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Thyssen condannata: ”Fu omicidio volontario”. Il pm Guariniello: ”E’ una svolta epocale”

Era stato chiesto di fare assoluto silenzio nella lettura della sentenza al processo ThyssenKrupp, ma al termine della lettura del verdetto non poteva che esserci…
A cura di Biagio Chiariello
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Era stato chiesto di fare assoluto silenzio nella lettura della sentenza al processo ThyssenKrupp, ma al termine della lettura del verdetto non poteva che esserci un lungo scroscio di applausi da parte dei parenti delle 7 vittime (Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino e Antonio Schiavone) che persero la vita durante il rogo del dicembre 2007 nello stabilimento torinese. La Corte d'Assise di Torino ha, infatti, condannato a 16 anni e mezzo per "omicidio volontario" l'amministratore delegato della ThyssenKrupp Harald Espenhahn. Su di lui, inoltre, pesa il "dolo eventuale" in quanto si sobbarcò il rischio di provocare un tragico incidente perché, sapendo che la fabbrica torinese avrebbe chiuso nel giro di pochi mesi, decise di rinviare l’adozione di alcuni provvedimenti sulla linea 5, quella che poi andò a fuoco.  Accolte, dunque, le richieste dei Pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso che per la prima volta avevano avanzato la tesi dell’omicidio volontario per un incidente sul lavoro. Una "svolta epocale" secondo Guariniello. "Una condanna – precisa il magistrato – non è mai una vittoria o una festa. Però questa può significare molto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. D'ora in poi le imprese saranno spinte a fare molto di più per la sicurezza". Un pensiero anche a Giorgio Napolitano, che spesso si era espresso sul flagello delle morti bianche: "La sentenza è un regalo che voglio fare al presidente della Repubblica".

Al banco degli imputati, oltre al 45enne tedesco amministratore delegato, vi erano anche Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri: tutti condannati a 13 anni e 6 mesi. Mentre, nei confronti di Daniele Moroni, dirigente con competenze nella pianificazione degli investimenti in materia di sicurezza antincendio, i pm avevano chiesto 9 anni di condanna, la Corte ha aumentato la pena a 10 anni e 10 mesi. Un milione di euro di sanzione pecuniaria, esclusione per sei mesi da sussidi e agevolazioni e divieto di pubblicare i propri prodotti per sei mesi: sono le pene cui è stata condannata la ThyssenKrupp alla fine del processo di Torino.

In lacrime Antonio Boccuzzi, l'unico che quella terribile notte di 3 anni e mezzo fa scampò all' "onda anomala" di fiamme. L’indagine rilevò lo "stato di abbandono" in cui versava il complesso: estintori vuoti o malfunzionanti, personale ristretto al minino indispensabile, sporcizia, ben 114 violazioni accertate delle norme sulla sicurezza. Bocuzzi ha voluto dedicare la sentenza di condanna dei dirigenti "a tutti i morti di quella notte, a chi ha perso la vita sul posto di lavoro e a mia madre che è scomparsa da poco. E' stata fatta giustizia, chi ha sbagliato ha pagato". Viso rigate dalle lacrime anche per Isa Pisano, la mamma di Roberto Scola, 32 anni e due figli: "Felici no, non siamo. I nostri figli non torneranno più indietro, ma almeno giustizia e' stata fatta".

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