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Strangolata e sepolta in cantina: 18 anni all’ex compagno di Bernardetta

La donna fu strangolata e chiusa in un grosso frigo nella cantina dello stabile in cui viveva con il suo ex Armando Canò, a Carpi, nel giugno 2016. Reo confesso, il cinquantenne è stato condannato a 18 anni di carcere al termine di un processo con rito abbreviato.
A cura di Angela Marino
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Diciotto anni di carcere per aver strangolato l'ex compagna e aver nascosto il suo corpo in cantina. Questa la sentenza di condanna pronunciata a carico di Armando Canò, 50 anni, reo confesso dell'assassinio di Bernardetta Fella. La decisione del giudice del tribunale di Modena è arrivata al termine di un processo celebrato con rito abbreviato per il delitto avvenuto in via Nazionale, a Carpi.

Armando Canò era in cura al centro di salute mentale quando ha conosciuto Bernardetta. Ex manovale, aveva perso il lavoro nel 2011 e da allora tirava avanti con piccoli lavori nel settore edile. Proprio nel centro in provincia di Modena aveva conosciuto quella che sarebbe diventata la sua vittima: cinquantacinque anni, Bernardetta era una persona fragile e sola che viveva grazie all'aiuto degli assistenti sociali. Tra i due nacque una storia che si evolse presto in una convivenza, tanto che la coppia si trasferì nell'appartamento di via Carpi, la cui assegnazione avevano ottenuto grazie al loro status di conviventi presso il Comune.

Nonostante quel passo la relazione tra i due aveva gravi problemi. Bernardetta aveva parlato alle amiche dei modi violenti del compagno e dei maltrattamenti quotidiani. Una volta le aveva rotto i denti con un pugno e Bernardetta aveva rivelato alle amiche di temere che presto l’avrebbe ammazzata. Dopo qualche mese, però, Canò si era trasferito a Castelfranco, a casa della nuova compagna, anche lei conosciuta al centro di salute mentale. La storia con Bernardetta sembrava conclusa, poi a giugno la donna scomparve. Furono i vicini a far ritrovare il corpo segnalando un terribile fetore proveniente dalla cantina. In quel frigo diventato una tomba, Canò aveva nascosto i resti di quella che era stata la sua compagna.
Raggiunto dalle forze dell'ordine l'ex manovale ammise subito il suo coinvolgimento: "L'ho strangolata, sono stato io". La perizia psichiatrica avrebbe confermato che – sebbene ubriaco – il cinquantenne era consapevole di quello che stava facendo al momento del delitto. Mentre il suo assassino è stato condannato a 18 anni, a Modena si è sollevato un dibattito sull'efficenza dell'assistenza prestata dai servizi sociali e da quelli sanitari, alla povera Bernardetta.

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