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Non si salva dalle violenze del compagno: uccisa e nascosta nel frigo

Bernardetta Fella è stata trovata morta nel suo appartamento a Carpi. Il suo corpo era stato nascosto nel frigo dall’ex compagno, che la donna aveva più volte denunciato per maltrattamenti. “Temeva che l’avrebbe ammazzata”, dicono le amiche.
A cura di Angela Marino
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Armando Canò, 50 anni, aveva lasciato l'appartamento della ex compagna Bernardetta Fella, da qualche settimana dopo che lei lo aveva denunciato per l'ennesima volta per maltrattamenti. Il loro rapporto, del resto, non era mai stato sereno. I due si erano conosciuti durante gli incontri al Centro di salute mentale e poi avevano fatto richiesta al Comune, come conviventi, di un alloggio ad affitto agevolato grazie al progetto sulle abitazioni dall’Ausl. Il loro nido era  un appartamento al secondo piano della strada Nazionale per Carpi (Modena).

Dopo un periodo molto conflittuale costellato di litigi e di continue chiamate alle forze dell'ordine per episodi violenti, Canò era andato a stare a Castelfranco a casa di un’altra donna, anche lei in cura al Centro di salute mentale. I rapporti tra i due ex vanno avanti tra litigi e violenza, come testimoniano le amiche di Bernadette in una dichiarazione riportata dalla stampa locale: "Ci mostrava i segni, i soliti, quelli che lui le lasciava sul corpo e nell’anima. Le aveva rotto i denti con un pugno e lei temeva che presto l’avrebbe ammazzata".

Nonostante le denunce a "Betta" è toccata proprio la sorte che temeva. A giugno 2016 è stata denunciata la sua scomparsa, ma Barnedette, era lì, nell'appartamento da cui aveva cacciato l'ex convivente. Allarmati dal fetore di morte che si era diffuso nel palazzo, i vicini avevano chiesto l'intervento dei vigili del fuoco. Nella cantina del palazzo i pompieri troveranno il corpo della 55enne nascosto all'interno di un frigorifero.

Secondo l'autopsia la donna era stata strangolata. I sospetti sono caduti immediatamente sul compagno che, intanto, si era rifugiato a Castelfranco dall'amica. Gli investigatori gli troveranno addosso le chiavi dell'appartamento in via Nazionale e quelle della cantina dello stabile. Canò non ha provato neanche a negare: "L'ho strangolata io", ammette davanti al pm Katia Marino della Procura di Modena. Il cinquantenne è ora in carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Prima di andare a processo il cinquantenne è stato sottoposto a una perizia psichiatrica da parte di un consulente superpartes. Per il medico l'uomo era ‘capace di intendere e di volere' quando ha aggredito Betta.

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