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Omicidio Aosta, il compagno di Auriane: “Non l’ho uccisa io, mi ha mentito per questo ero con lei”

Continua a ribadire la sua innocenza Sohaib Teima, il 21enne di Fermo di origine egiziana fermato nelle scorse settimane a Lione con l’accusa di aver ucciso la fidanzata Auriane Nathalie Laisne, ad Aosta. “Io ho sempre rispettato il divieto ma lei mi aveva detto di aver ritirato la denuncia, per questo eravamo insieme”.
A cura di Ida Artiaco
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Teima Sohaib
Teima Sohaib

Continua a ribadire la sua innocenza Sohaib Teima, il 21enne di Fermo di origine egiziana fermato nelle scorse settimane a Lione con l'accusa di aver ucciso la fidanzata Auriane Nathalie Laisne, trovata morta il 5 aprile scorso in una chiesetta abbandonata sopra La Salle, in Valle d'Aosta.

Lo ha fatto nel corso dell'udienza tenutasi ieri presso Corte d'appello di Grenoble, dove il giovane è detenuto, durante la quale Teima ha negato di aver ucciso la sua compagna e ha chiesto di poter essere estradato in Italia. La decisione sarà presa il 2 maggio.

Il 21enne ha spiegato di non aver violato il divieto di avvicinamento ad Auriane, che lo scorso gennaio lo aveva denunciato per maltrattamenti (dovrà comparire in aula nel parallelo procedimento giudiziario per violenza domestica il prossimo 3 maggio sempre a Grenoble), perché lei gli avrebbe mentito dicendo di aver ritirato la denuncia. "Mi ha mentito – ha detto in aula – io ho sempre rispettato il divieto ma lei mi aveva detto di aver ritirato la denuncia, per questo eravamo insieme".

Il giovane doveva essere sentito il 18 aprile ma, uscendo dal carcere, aveva avuto un malore ed era stato ricoverato in ospedale per un probabile sovradosaggio di farmaci antidepressivi.

Secondo una prima ricostruzione realizzata dagli inquirenti, il ragazzo avrebbe ucciso la compagna, cittadina francese, tra il 26 e il 27 marzo, poi sarebbe fuggito in Francia lasciando il corpo di lei nella ex chiesetta di La Salle, dove è stato ritrovato da alcuni passanti. A risultare letali sarebbero state due ferite, una alla gola e un'altra all'addome, inferte con un'arma da taglio che non è mai stata trovata. Teima non ha ancora parlato con i legali in Italia, che potranno cominciare a portare avanti una linea difensiva solo dopo il via libera all'estradizione.

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