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Tracce di spudoratezza: Misha Japanwala celebra il corpo delle donne e le libera dalla vergogna

Misha Japanwala è un’artista pakistana impegnata per restituire alle donne libertà e consapevolezza, per svincolarle dalla vergogna che le opprime per il solo fatto di essere donne in una società patriarcale. Lo ha fatto andando alla fonte, elevando a forma d’arte il loro corpo.
A cura di Giusy Dente
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Instagram @mishajapanwala, Ph. Aleena Naqvi
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Cosa significa essere una donna pakistana oggi? Significa vivere costantemente con la vergogna, le umiliazioni, il senso di colpa, la paura, la sopraffazione: per il solo fatto di essere nate donne. Misha Japanwala si è immersa in questo buio cercando una fonte di luce. Ha trovato nell'arte la sua salvezza e ha offerto un'ancora a cui aggrapparsi anche alle altre donne pakistane, coinvolgendole in un progetto che vuole restituire consapevolezza e fiducia, con la speranza che le donne possano finalmente essere libere e autodeterminarsi.

Misha Japanwala trasforma il corpo in arte

L'arte di Misha Japanwala si fonda sul rifiuto e la decostruzione del millenario senso di vergogna che opprime le donne. Con le sue opere parla di violenza di genere, società patriarcale, censura, mercificazione del corpo femminile, controllo. Ha deciso di elevare a forma d'arte proprio il corpo, chiedendo agli spettatori di ammirarlo esattamente così com'è.

Misha Japanwala ha iniziato utilizzando il proprio corpo come "strumento", rendendolo una tela per dipingere e per realizzare calchi con le proprie forme. Questo ha migliorato la relazione con se stessa e le ha fatto capire che era possibile farlo ancora più in grande. Così ha iniziato a plasmare i corpi anche delle altre donne pachistane facendo quello che definisce, nella sua lingua, con la parola  "Beghariat" che si traduce in "spudorato, senza vergogna".

Instagram @mishajapanwala, Ph. Aleena Naqvi
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L'artista intende il suo lavoro come un modo per mettere in evidenza quel corpo costantemente violato e martoriato dalle ingiustizie, dalle leggi della morale, dalla censura. Per rendergli davvero giustizia è andata direttamente alla fonte, che è il corpo stesso. La sua mostra personale di debutto, intitolata Beghairati Ki Nishaani: Traces of Shamelessness (Tracce di spudoratezza) è in corso alla Hannah Traore Gallery di New York e sarà aperta fino al 30 luglio.

L'esposizione onora e racconta una comunità di donne, queer e trans nella città natale di Japanwala. Ha realizzato una sorta di corazze, modellate sui corpi di sette persone, ciascuna delle quali ha incarnato quel concetto di spudoratezza elevandolo ad arte. Fanno parte di questa serie anche calchi di mani. Ha coinvolto in questa parte di progetto attivisti, registi, comici, giornalisti, scrittori, fotografi, artisti: tutti personaggi attivamente impegnati per un Pakistan libero e giusto. Modellando le loro mani, ha celebrato la loro resistenza e resilienza. Ha collaborato anche la regista Sharmeen Obaid Chinoy, in prima fila per difendere i diritti delle persone emarginate in Pakistan.

Instagram @mishajapanwala, Ph. Aleena Naqvi
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Per una parte delle opere esposte ha chiesto l'aiuto di donne comuni. Ha aperto una open call su Instagram, invitando le donne della sua città a contribuire anonimamente al lavoro facendosi modellare i capezzoli. La risposta è stata travolgente: più di 75 persone si sono fatte avanti coraggiosamente tra cui una donna divorziata, una che ha recentemente subito una mastectomia, una giovane donna trans.

In passato, l'artista ha ricevuto minacce di morte per il suo lavoro, che porta avanti con convinzione. "È importante che i nostri corpi siano percepiti come opere d'arte, perché lo sono" ha detto.

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