video suggerito
video suggerito

Pedro Rodriguez bullizzato da altri genitori: “È doloroso, il mondo ti attacca perché proteggi tuo figlio”

La foto del figlio di Pedro Rodriguez, con tiara e vestitino nel giorno del compleanno, ha attirato insulti omofobi e critiche. Fanpage.it ha chiesto alla dott.ssa Paola Biondi come mai tutto questo odio, verso il bimbo ma anche verso suo padre.
Intervista a Dott.ssa Paola Biondi
psicologa, psicoterapeuta e fondatrice del Centro Salute Trans e Gender Variant
A cura di Giusy Dente
347 CONDIVISIONI
Immagine

È bastata una foto scattata in un giorno di festa e condivisa da Pedro Rodriguez ad attirare una serie di commenti feroci: qualcuno si è indignato, qualcuno si è sentito forse offeso dall'immagine in questione, lanciandosi in critiche e insulti. Un vero e proprio bullismo. Gli haters hanno ben pensato di mettere in discussione il calciatore come padre, le sue capacità, il suo giudizio. La sua colpa? Quella di assecondare il figlio, a sua volta colpevole di aver indossato, nel giorno del compleanno, una tiara e un vestitino. Troppo femminile come look. Ecco quindi commenti come: "Chi vestirebbe suo figlio da ragazza?", "Sei ancora in tempo per salvarlo", "Crescilo come un uomo". Micaela Andreozzi si è sentita chiamata indirettamente in causa: la regista ha da poco realizzato un film che racconta di un bambino che sogna di interpretare la Sirenetta nella recita della scuola (Unicorni). "Io non capisco come possa essere un bambino gender variant un pericolo per la società" si è chiesta, al termine di una proiezione al cinema. Fanpage.it ha rivolto la stessa domanda a una psicologa.

Come comportarsi con un bambino gender variant

Non conosciamo la storia di Pedro Rodriguez, di suo figlio. Ciò che si vede nella foto postata su Instagram è una famiglia felice in un giorno di festa. Non possiamo dire perché il bimbo sia vestito in quel modo, sono tante le motivazioni che a quell'età possono spingere a scegliere un abbigliamento diverso da quello "tradizionale" per il proprio genere. La costante, però, dovrebbe essere una: l'accettazione e l'amore nei confronti del proprio figlio, a prescindere da cosa indossa. Eppure non è sempre così: non tutti i genitori sono come Pedro Rodriguez. La psicologa ha chiarito: "La scienza ci dice che già a 3 anni si comincia ad avere più o meno percezione del proprio genere, ma sono traiettorie in evoluzione, non sono prevedibili. Chi ha questo tipo di comportamento non è detto che abbia con certezza una varianza di genere". Il compito del genitore è affiancare il proprio figlio in questo percorso, non abbandonarlo né farlo sentire solo.

Alcuni ci riescono: "Ci sono genitori che accolgono pienamente questa sperimentazione prendendola per quello che è. È una fase in cui il bambino o la bambina sta esplorando se stesso o se stessa, sta esplorando quali sono le possibilità di espressione del proprio genere. Io posso identificarmi come bambina, ma volere mettere un abbigliamento un po' più maschile, ma magari solo perché ce l'ha mio fratello. Insomma le motivazioni a volte sono anche molto molto banali".

Altri trovano delle difficoltà: "Ci sono genitori che fanno fatica ad accettare e quindi rifiutano, si oppongono, ostacolano, sminuiscono anche la competenza dei professionisti. Non accettano che un figlio o una figlia possa vestire abiti di un altro genere, che possa avere interessi considerati dell'altro genere, che possa avere un'identità sessuale differente da quella che loro si aspettano. Ma il problema sta nella testa del genitore, non in quella del bambino. Il genitore che non accoglie questo tipo di sperimentazione sta già precludendo una possibilità a suo figlio, impedendogli di esprimersi liberamente. Questo solo perché nella sua testa quella cosa non va bene. Il bambino o la bambina non fa niente di male. Ho voglia di giocare con i soldatini: dov'è il problema? Voglio giocare con le Barbie: dov'è il problema? Hanno paura erroneamente che vestirsi con un abito differente, giocare con dei giochi considerati dell'altro genere possa incidere sulla loro identità sessuale, ma non è così. È tutto da vedere, perché non sappiamo come evolverà l'identità sessuale di un bambino. Il problema è che i genitori dovrebbero essere educati ad accogliere quello che sarà senza pregiudizi, senza timori. La famiglia va accompagnata in questo".

Il calciatore sul luogo della festa di compleanno del figlio
Il calciatore sul luogo della festa di compleanno del figlio

Discriminazione dentro la discriminazione: un bimbo con un abito femminile disturba di più

La psicologa ha fatto una riflessione su quanto, nella discriminazione, esista ulteriore discriminazione: "Non si accetta il fatto che ci possano essere altri generi che non siano quelli binari: o sei maschio o sei femmina, o sei uomo o sei donna, quindi se tu hai un corpo di un certo tipo automaticamente ci si aspetta che il tuo genere sia allineato alla tua biologia, ma sappiamo che non è così". La società sa essere particolarmente cattiva quando si tratta di un maschio: "Una bambina forse avrebbe avuto meno critiche. Tutto ciò che si femminilizza viene visto come una perdita di potere in una società patriarcale, quindi viene osteggiato, contrastato il più possibile. Passa molto più sottotono una bambina che fa il maschiaccio o che gioca a pallone. Invece siccome tu sei assegnato maschio alla nascita e sei detentore di un potere, non è accettabile che tu voglia decidere volontariamente di perdere questo potere femminilizzandoti".

Bullismo tra adulti: genitori che attaccano altri genitori

Ciò che accomuna tutti i genitori del mondo dovrebbe essere il loro amore incondizionato verso i figli. Per questo è strano che un genitore sminuisca il lavoro di un altro genitore, pur essendo consapevole di quanto sia sconfinato il suo impegno per vedere felice la creatura che sta crescendo. Molti haters si sono scagliati proprio contro Pedro Rodriguez, evidenziando le sue carenze. Questo vero e proprio bullismo non fa che isolare le famiglie: "Fa male vedere che il proprio bambino o la propria bambina è aggredito da altri genitori che dovrebbero capire. Da parte del genitore poi è molto doloroso vedere che c'è il mondo che ti attacca, semplicemente perché stai cercando di tutelare tuo figlio, di dargli la priorità. Io ritengo che il ruolo di un genitore sia proteggere e tutelare un figlio o una figlia con varianza di genere, a tutti i costi. I bambini e le bambine non hanno questo potere. Non possono difendersi come fa un adulto. Sono i genitori che devono fare e farsi forza, anche parlando con l'ambiente che lo circonda, spiegando a insegnanti e amici che quella è una sua necessità. La priorità è che lui o lei stia bene e se per stare bene ha bisogno di vestirsi in quel modo qual è il problema? Invece alcuni genitori sono terribili: l'aggressività regna sovrana, una violenza inaudita e inopportuna. I social purtroppo hanno ampliato questa possibilità: ognuno si sente in diritto di dire la sua, anche quando non è richiesta. Non sei d'accordo con questa cosa ok, non la vivere nella tua vita. Lascia però la libertà a chi vuole di vivere serenamente la sua condizione".

Uno dei commenti al post
Uno dei commenti al post
Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
347 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views