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Nessuna ossessione per apparire perfetti: la vera moda è la regressione in modalità Goblin

In un mondo che ci chiede di essere perfetti e vincenti, c’è chi se ne frega. Sui social siamo abituati a dare un’immagine splendida e splendente delle nostre vite: tutti belli, ricchi, in forma, soddisfatti e realizzati. Ma i Goblin si stanno prendendo la loro rivincita: quelli che non vogliono preoccuparsi del proprio aspetto, che non vogliono cedere alle aspettative sociali.
A cura di Giusy Dente
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Nella società dell’apparenza conta come le cose sembrano, non come sono realmente. L’essenza e la sostanza passano in secondo piano, rispetto al loro riflesso. È la macchina che guidi a parlare per te, quanto è pulita la tua casa, di che brand sono i tuoi vestiti, dove vai in vacanza, che taglia porti. In questa perenne tensione alla perfezione, questa ossessione per l'impeccabilità, apparire privi di difetti è l'unico modo per spuntarla, per esistere davvero. E l'unico modo per esistere davvero è esistere sui social. Ecco perché su Instagram è tutto un proliferare di foto scattate in paradisi terrestri, di fisici tonici plasmati dalla chirurgia o da ore in palestra, di armadi pieni zeppi di abiti griffati e accessori di lusso. Ma in tutto questo, che ruolo occupa la normalità?

La rivincita dei Goblin

Chi va a lavoro struccato, chi affonda il cucchiaio nel barattolo del gelato guardando film sdolcinati o reality tv trash, chi accumula pile di piatti prima di lavarli. E ancora: chi la sera si addormenta da solo con addosso il pigiama di pile, chi piange davanti al pc perché fa un lavoro che odia. Tutto questo esiste, anche se sui social non lo vediamo, occupati come siamo a dare un'immagine splendida e splendente delle nostre vite: tutti belli, tutti ricchi, tutti in forma, tutti soddisfatti e realizzati. Chi fa mediamente schifo, però, non vuole più nascondersi. Siamo nell'era della rivincita dei Goblin, di quelli che vogliono abbandonarsi un po' e lasciarsi andare.

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L'insostenibile bellezza dell'imperfezione

La modalità Goblin è la totale assenza di estetica, la mancanza di interesse per una gradevole apparenza. Nessun obbligo di perfezione verso se stessi e gli altri, verso la società o i social. Il nome non ha bisogno di troppe spiegazioni: un Goblin se ne frega del suo aspetto mostruoso e orripilante, non si pone troppe domande sul perché faccia schifo. Contro i guru della pulizia, del beauty e del fashion che propongono stili di vita improntati al miglioramento, il Goblin preferisce la mediocrità. Gli sta bene anche regredire, gli sta bene il limbo della normalità: non ha alcuna voglia di applicarsi con la palestra, la sana alimentazione e i cento passaggi della corretta skin care.

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Forse il movimento ha preso piede a partire dal lockdown, quando finalmente legittimati dal ‘siamo tutti nella stessa barca' abbiamo sdoganato lo smart working in tuta, le giornate in pigiama, il cibo spazzatura come premio di consolazione. Ci siamo accorti di essere tutti uguali, tutti Goblin, anche gli insospettabili. "Tutti sono così perfetti tutto il tempo online, è bello entrare in contatto con la strana piccola creatura che vive dentro di te" ha detto Cat Marnell, autrice del libro How to Murder Your Life. Lei, che è in modalità Goblin da circa una vita, su Twitter ha documentato molto questo stato d'animo. Ma in queste settimane anche su TikTok è diventato virale l'hashtag #GoblinMode.

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Contro ogni gabbia e ogni stereotipo, oggi sui social in tanti rivendicano il diritto di fare schifo e di crogiolarsi in questo limbo così liberatorio e tranquillizzante. In opposizione al caos, ai ritmi frenetici, alla corsa per primeggiare, stare nella modalità Goblin consente il lusso di rallentare e arrivare ultimi, di lasciarsi andare senza preoccuparsi del proprio aspetto e delle aspettative sociali. Quello che sta prolificando ora sui social sicuramente è la reazione a mesi e mesi di ossessiva esposizione di perfezione. E sì, era un'estremizzazione quella così come rischia di diventarlo questa. Perché in modalità Goblin c'è chi ci passa la vita e per problemi di depressione: ma non quella di chi adopera il termine con superficialità, ma per chi ne soffre sul serio e deve farci i conti, con tutte le difficoltà che comporta nella quotidianità.

La modalità Goblin non deve diventare una scusa: non a oltranza ecco. Ma ben venga chi ci sta, ne è consapevole e non lo nasconde, perché si prende una pausa del mondo e dai compromessi che ci chiede, dal volersi allineare per forza agli altri, a questa società che ci vuole invincibili. Ben venga se è un'evasione che regala un po' di serenità, tanta quanta può regalarne a un altro individuo un'ora di yoga o una lezione di inglese o preparare dei biscotti. Ciascuno sceglie la propria strada, purché la scelga per sé, per stare bene e non per piacere agli altri.

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