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Leandro Erlich in mostra a Milano: trasforma l’illusione in arte e ci dice che niente è come sembra

Scale mobili aggrovigliate, specchi che non riflettono, case sospese, ascensori che non portano da nessuna parte: le opere di Leandro Erlich mettono lo spettatore a contatto con una realtà che non esiste.
A cura di Giusy Dente
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Bâtiment (2004)
Bâtiment (2004)

C'è un ascensore al centro della stanza che non porta da nessuna parte, eppure sembra sprofondare fin sotto il pavimento, come un vano segreto che conduce dall'altra parte dell'emisfero. E c'è una finestra, però è murata: piuttosto che mostrare ciò che c'è dall'altra parte impedisce la vista, diventando simbolo di chiusura sul mondo. Poi ci sono tre barche che galleggiano sull'acqua: o almeno sembra. Un po' come tutte le 19 installazioni che compongono l'esposizione di Leandro Erlich: mostrano qualcosa che non esiste, mettono in discussione la realtà e ci ricordano che niente è come sembra.

Infinite Staircase (2005)
Infinite Staircase (2005)

Leandro Erlich, la mostra del dualismo

L'artista argentino, nato a Buenos Aires nel 1973, ha fatto del dualismo realtà-percezione la base della sua arte. È appunto un'arte fondata sul disorientamento e sullo smarrimento percettivo. Leandro Erlich si diverte a creare illusioni, che nascondono però profondi richiami alla realtà. Perché la veduta di auto e camion ricoperti di sabbia bloccati in un ingorgo (Traffic jam – Order of importance), è un tentativo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi del cambiamento climatico.

Port of reflections (2014)
Port of reflections (2014)

Invece Elevator Pitch ci mette davanti allo sguardo disinteressato che abbiamo nei confronti di chi incontriamo ogni giorno: vite parallele destinate a non incrociarsi mail. Mentre The View pone l'accento sul piacere proibito che si prova nell'osservare sapendo di non essere visti. Il pubblico si relaziona con le opere, interagisce con esse mettendo continuamente in discussione quello che c'è e quello che vede.

Changing rooms (2008)
Changing rooms (2008)

Dove e quando visitare la mostra

La mostra di Leandro Erlich a Palazzo Reale (Milano) resterà aperta al pubblico fino al 4 ottobre. L'artista vanta esposizioni in tutto il mondo e milioni di visitatori. L'argentino si ispira all'architettura del quotidiano per allestire scenari in cui l'impossibile diventa possibile, in cui illusione e verità si confondono. I confini diventano labili e l'intento dell'artista è proprio giungere a questo disorientamento.

Classroom (2017)
Classroom (2017)

Il desiderio di Erlich è che, entrando nella mostra, lo spettatore abbandoni le nozioni acquisite dall'esperienza e si abbandoni alla sperimentazione di una visione diversa, più soggettiva, meno filtrata. Scuotere i preconcetti e il senso comune è la chiave per attingere a mondi intimi e personali: ai ricordi d'infanzia, alle persone incontrate nel corso della vita, a quelle che guardiamo con indifferenza ogni giorno in metropolitana o in ascensore. Visitare la mostra fa continuamente oscillare lo spettatore tra lo sconcerto e una sensazione di spaesamento.

Hair salon (2008)
Hair salon (2008)

Le opere sono realizzate attingendo a elementi del tutto familiari: porte, ascensori, finestre, treni, interni di abitazioni. Eppure attraverso l’uso di trompe l’oeil, specchi e doppi fondi, li restituisce al pubblico in una visione insolita e distorta.  Si ribaltano le percezioni e la realtà quotidiana diventa surreale, diventa un'altra.

Bâtiment (2004)
Bâtiment (2004)

Persino guardarsi allo specchio assume un significato del tutto nuovo, perché ci si ritrova davanti a specchi che non riflettono o che riflettono un'immagine inesistente o addirittura restituiscono il viso di un altro. Ma se persino lo specchio può mentire, allora la realtà dove bisogna cercarla? È in ciò che vediamo o in ciò che sappiamo?

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