Giulia Salemi, mamma sì ma in carriera: “È importante non annullarmi, il papà deve contribuire al 50%”

Dalla maternità al rapporto col compagno Pierpaolo Pretelli, dal podcast “Non lo faccio per moda” ai progetti futuri: Giulia Salemi si racconta a Fanpage.it.
A cura di Giusy Dente
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Sarà che il pubblico li ha visti innamorarsi davanti alle telecamere e ha dunque seguito passo passo la nascita di questa storia, ma Giulia Salemi e Pierpaolo Pretelli sono una coppia amatissima e vantano una community di fan molto affezionati. Dal 2020 sono inseparabili e dopo aver superato con grande maturità un momento di crisi, hanno consolidato il rapporto con un figlio. Oggi sono genitori di Kian, nato a gennaio. Il bimbo ha solo pochi mesi e, comprensibilmente, ha "sconvolto" le loro vite. A Fanpage.it la conduttrice ha serenamente ammesso: "Pier e io siamo i suoi sudditi"! Tutto ruota attorno a lui, ai suoi bisogni, alle sue necessità, ma i due hanno trovato il modo per far funzionare tutto, facendo ciascuno la propria parte, così da tutelare anche i rispettivi progetti lavorativi. L'influencer, infatti, dopo la maternità è tornata con la seconda stagione del suo podcast Non lo faccio per moda. Pierpaolo Pretelli, invece, si sta cimentando come inviato de L'Isola dei Famosi. Nell'intervista la neo mamma ha spiegato: "Per me è importante non annullarmi come persona, inseguire i miei sogni e la mia carriera, il mio lavoro".

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Sei tornata con la seconda edizione del tuo podcast Non lo faccio per moda. Come hai scelto gli ospiti di questa stagione?

Di base io scelgo di invitare chi mi incuriosisce quindi sono tutte persone-personaggi di diverse categorie o settore quindi abbiamo: cantante, content creator, attore, sportivo, psicologo, attivista, comica. Sai la famosa frase: fa ridere ma anche riflettere? È un po applicato a tutte le puntate. Il mio linguaggio leggero e divertente applicato a tematiche più serie e importati che toccano tutti: la paura del successo, la FOMO, il crescere un figlio, i momenti di up and down. Il mio obiettivo è far uscire anche la parte più fragile che spesso non vediamo sui social. 

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Tu che rapporto hai con la moda e come è cambiato nel tempo?

Molto altalenante, perché tutto dipendeva dalla mia disponibilità economica. Quando abitavo a Piacenza non era scontato che i miei genitori mi prendessero i capi che desideravo quindi non uscivo e mettevo da parte la paghetta per togliermi uno sfizio. Ovviamente man mano grazie a Dio, ho sviluppato anche un buon gusto, perché quando guardo le foto del passato a volte dico: oh mamma ma con che coraggio mi sono vestita in questo modo!

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Ti abbiamo visto alle sfilate milanesi, ora il podcast: come è riprendere in mano gli impegni di lavoro dopo la maternità?

È stato faticoso soprattutto perché io ho deciso di allattare e quindi l'allattamento ti crea una sorta di vincolo. Questo ha cambiato totalmente i miei programmi rispetto al passato, quando uscivo la mattina senza problemi: noleggiavi un van e portavi tutti i cambi dietro per stare in giro fino a sera. Ora assolutamente no. Ho deciso di fare una cosa al giorno, massimo due. Per me è importante non annullarmi come persona, il mio essere donna, il curarmi, il prendere un momento per me, ma anche inseguire i miei sogni e la mia carriera, il mio lavoro. La maternità ha completato il mio diventare donna, non ha sostituito né annullato l'altra parte di me, quindi secondo me il gol più grande è riuscire a trovare l'equilibrio perfetto, l'incastro che non sempre si riesce a trovare (alcuni giorni di più altri di meno) tra vita personale, relazione, maternità e lavoro.

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Come vi siete organizzati tu e il tuo compagno per gestire il bimbo e i rispettivi impegni di lavoro?

Siamo ben organizzati, a volte di più, a volte di meno, ogni tanto ovviamente ci sta la discussione, ma sono cose molto ironiche, noi giochiamo molto. Se tutti e due lavoriamo c'è la tata, mia mamma o sua mamma. Ovviamente ogni giorno è una sfida nuova quindi non si riesce a programmare nulla con largo anticipo. Secondo me Pier ha proprio quell'istinto paterno, è proprio un bravo papà, dolce, gentile, ha quest'animo anche lui un po' femminile. È una dota rara da trovare, io anzi invito ogni maschio a cercare di trovare anche quel lato un po' più sensibile. Essere sensibile non ti rende meno macho. È tempo di dare priorità al bravo ragazzo. Secondo me è giusto che il padre alla pari della madre sia flessibile e contribuisca. Questa cosa che deve essere la mamma a stare in casa, a fare la casalinga, a cucinare, a stirare: ma dove c'è scritto? È giusto che il papà al pari della mamma contribuisca in casa al 50% in tutto.

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Ci sono aspetti di cui si parla poco, cose che avresti voluto sapere prima?

L'unica cosa che avrei voluto fare prima è dormire un po' di più! Sono cambiate le mie priorità, affronto la vita con una leggerezza maggiore. Magari prima somatizzavo tutto molto di più, quindi ora una delusione lavorativa, una delusione nel campo affettivo, mi tocca molto meno rispetto a prima, perché ora il mio bambino, l'amore che provo per lui e l'attenzione che richiede hanno preso letteralmente sopravvento. Non ho tempo per perdere tempo, a stare male per cavolate. Cerco soprattutto di godermi al massimo ogni istante, perché mi hanno detto che vola, che il bambino cresce in un attimo: quindi io cerco di stare con lui più possibile, fargli foto e video così poi quando crescerà mi ricorderò tutto quanto. È un amore inizialmente a senso unico totalizzante: è l'unico rapporto dove tu, secondo me, non chiedi all'altra parte di fare la stessa cosa. E secondo me è una cosa bellissima.

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Forse il parto è stato un po' meno idilliaco…

Sì, è stato tosto. Voglio sottolineare che fare un parto naturale o fare un parto cesareo non ti rende una mamma di serie A o di serie B. Il mio era letteralmente un torello e quindi anche sotto consiglio del mio team, della mia ginecologa abbiamo scelto questa strada. Nell'atto in sé sei anestetizzato quindi non senti, ma poi il recupero è molto tosto. Io sono una persona che odia vittimizzarsi e cerco sempre di portare la verità con leggerezza, quindi la difficoltà per esempio nel camminare (che c'è stata perché non riuscivo ad alzarmi dal letto) l'ho abbinata a un video ironico, quello con Pier che mi ballava davanti. 

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Come è cambiata vita di coppia?

Si è più responsabili. Prima ovviamente si pensa per due, è tutto molto più alla leggera, si vive proprio la vita di coppia con una spensieratezza diversa. Ora il bambino ha la priorità su tutto, è molto più difficile muoversi, qualsiasi spostamento richiede un largo anticipo sia per l'organizzazione che per la logistica. Poi il piccolino ha un po' di disturbi quindi è meglio non scomodarlo troppo! Però non mi pesa in questo momento. Sono stanca talvolta, a volte siamo un po' esauriti entrambi, però abbiamo scelto di diventare genitori, non ci ha chiesto lui di venire al mondo e quindi il pacchetto include anche questo, si chiamano i sacrifici. Ovvio: spero tra qualche mese di potermi permettere una settimana di totale relax con Pierpaolo e il piccolino lo lasciamo alla nonna. Secondo me ci sta, è giusto che anche le coppie preservino la loro intimità, non si deve annullare solo per il bambino. È sempre una questione di equilibrio secondo me.

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Come hai vissuto i cambiamenti fisici, visto che lavori con la tua immagine?

Benissimo. Quando ero incinta avevo questa meravigliosa pancia: è stato il momento in cui io mi sono vista più bella in assoluto allo specchio, perché mi sentivo legittimata ad amare il mio corpo, mi sentivo così confidence e mi sentivo così bene perché sapevo che avevo una creaturina che stava crescendo dentro di me. Con tutte le paturnie e fisime mentali che abbiamo, perché siamo sempre bombardati da questa costante, finta e fastidiosa perfezione che vediamo sui social, è stato liberatorio essere "imperfetta" e nella mia "imperfezione" non mi sono mai vista così bene. E per le parti che non sono ancora tornate come prima: ‘sti cavoli!

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E il principino di casa come l'ha presa, ora che ha meno attenzioni?

Malissimo. Prince è il mio cagnolino per chi non lo sapesse . È nero, arrabbiatissimo e vorrebbe fare il reso su Amazon. Ogni giorno si sveglia sperando che Kian venga rispedito al mittente. Anche lì è un'impresa difficile perché stiamo cercando di dare anche attenzione a lui affinché non sia geloso, quindi oltre al bambino, una fatica pure per non ferire i sentimenti del cane! 

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Ma come avete scelto il nome Kian? 

Lo abbiamo scelto una settimana prima. Io ero disperata, non sapevo come chiamare mio figlio. Kian è subentrato dopo, pole position last minute. È arrivato un direct a Pier, lo so che sembra surreale. Pier riceve un direct, il messaggio diceva: ma perché non lo chiamate Kian? Vuol dire "re" in persiano. Io sono metà persiana e volevo un nome che comunque riprendesse anche le mie origini. Kian è unico, che piaccia o no, divisivo, ma è bellissimo e poi è un re a tutti gli effetti. Pier e io siamo i suoi sudditi. 

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Per ora avete deciso di mostrare molto poco il bimbo sui social, come mai?

Per ora abbiamo scelto di mantenere un po' più di privacy, perché il piccolino è davvero piccolo e quindi mi sembra un po' precoce. Abbiamo deciso così, per ora va così e per ora ci piace tenere tutta la sfera familiare un po' più intima, quindi condividiamo secondo me il giusto. C'è anche poco tempo: quando sto col bambino non ho proprio il tempo, perché le mani sono impegnate. Voglio evitare che per fare una storia faccio cascare il bambino!

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Come ti vedi tra 10 anni?

Sarò in ansia totale perché avrò fatto 40 anni e non so come affrontare questo capitolo della mia vita! Io mi vedo una mamma cool, una mamma figa che esce col proprio bambino, che se lo porta ovunque. Io voglio che sia fiero di me, che mi porti con sé, uno la spalla dell'altro. E una fidanzata, una compagna presente, amorevole: l'obiettivo è mantenere il divertimento nella coppia. E una donna realizzata anche lavorativamente parlando, quindi magari con un programma tutto mio. E con una serenità familiare. Io parlo sempre di serenità, perché la felicità è molto effimera secondo me, dura veramente pochi istanti. Cerco di essere una brava figlia, una brava nipote, una brava fidanzata e una brava mamma: che fatica!

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