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Opinioni

Con Pippo Baudo se ne va il presentatore in cravatta: finisce una generazione di uomini che la indossava sempre

Pensateci: ripensate a tutti i Festival di Sanremo che ha presentato, a tutti i programmi pomeridiani a cui ha partecipato, alle innumerevoli ospitate negli show dei colleghi e alle interviste televisive rilasciate. La cravatta era il suo personalissimo dress code, al massimo sostituita da un papillon, unica alternativa concessa a chi entra nelle case degli italiani, che deve quindi mostrarsi con garbo, educazione ed eleganza.
A cura di Giusy Dente
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Pippo Baudo, Sanremo 2007
Pippo Baudo, Sanremo 2007

Nell'arco dei sessant'anni di carriera vissuti sul piccolo schermo, Pippo Baudo ha visto la tv cambiare, affollarsi di volti nuovi, trasformarsi nell'offerta e nelle preferenze stesse del pubblico. In questo panorama variegato e in movimento a lui è bastato rimanere sempre se stesso per non sbagliare, solidamente ancorato a quel modello di conduzione che fondamentalmente aveva lui stesso inventato. Una conduzione che cominciava dal modo di presentarsi: l'eleganza era il primo gesto di rispetto, verso chi era dall'altra parte. Per questo per lui era inconcepibile togliere la cravatta.

Pippo Baudo presso la sede Rai di Viale Mazzini a Roma, 2019
Pippo Baudo presso la sede Rai di Viale Mazzini a Roma, 2019

Pippo Baudo ha seguito questa regola con rigore, dall'inizio alla fine, dagli esordi alle ultime apparizioni pubbliche. "Noi siamo come vescovi, dobbiamo dare solennità all’inizio, perché fa presupporre che il resto della trasmissione sarà dello stesso valore" aveva detto in un'intervista rilasciata a TV Sorrisi e Canzoni. Solennità, dunque, a cominciare dallo stile.

Pippo Baudo agli esordi
Pippo Baudo agli esordi

Il look come biglietto da visita quindi, per trasmettere affidabilità, cortesia, gratitudine per il tempo concesso. Tutto questo senza dover gridare per farsi guardare, senza eccessi o eccentricità: un modo per far sentire lo spettatore a proprio agio, per trattarlo con decoro e fargli comprendere la sua importanza. Quello di Pippo Baudo era un vero e proprio galateo da manuale, delle regole che hanno certo contribuito a renderlo il gigante che è stato, il gentiluomo elegante della tv italiana.

Pippo Baudo a Che Tempo Che Fa, 2018
Pippo Baudo a Che Tempo Che Fa, 2018

L'abito che fa il monaco, dunque, o il presentatore in questo caso. Per lui era facile: "La sera la cravatta è d’obbligo. Io in tv accetto la camicia e la giacca solo fino a una certa ora del pomeriggio: dopo ci vuole la cravatta". E deve essere stato difficile assistere al cambiamento del panorama televisivo: "Purtroppo oggi l’eleganza è rara. Molti ostentano l’assenza della cravatta".

Pippo Baudo, Si Può Fare, 2015
Pippo Baudo, Si Può Fare, 2015

Il bravo presentatore deve essere sempre impeccabile in video e la cravatta è l'icona immancabile: questa era la sua Bibbia. Qualcuno l'eredità l'ha raccolta, nella nuova generazione di conduttori. Stefano De Martino dalla sua cravatta non si separa mai, seppur inserita in un contesto meno formale e più moderno, senza giacca tanto per cominciare: perché sì, i tempi cambiano e si guarda comunque al futuro, anche facendo l'occhiolino al passato.

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Giornalista dal 2018, laureata in Lettere ed Editoria e Scrittura, consegue al termine degli studi universitari il master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico di Roma. Qui, oltre a portare avanti la formazione accademica e a fare esperienze di redazione, coltiva la passione per la radiofonia, collaborando con emittenti web e seguendo corsi di dizione e conduzione. Attualmente a Milano scrive per Fanpage.it, nell'area Stile e Trend, occupandosi prevalentemente di storie e interviste, questioni di genere, storie di donne.
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