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Barbie, il film

La vera storia di Barbie, la bambola diventata icona: com’è cambiata dal 1959 ad oggi

L’arrivo di Barbie cambiò la storia dei giocattoli: da emblema di emancipazione diventò l’incubo delle femministe. Ma, tra alti e bassi, ha attraversato i decenni cambiando sempre.
A cura di Beatrice Manca
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foto da Instagram @barbiethemovie
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A quasi 65 anni, Barbie è più in forma che mai. Il film di Greta Gerwig con Margot Robbie ha ridato nuova linfa a una delle icone del Novecento: la prima bambola adulta, inventata nel 1959 per ispirare le bambine di tutto il mondo a essere ‘tutto ciò che volevano essere'. La storia di Barbie ha attraversato i decenni: le donne cambiavano e Barbie cambiava con loro. Dietro questa fortunata invenzione c'è una donna: Ruth Handler, che fondò l'azienda Mattel insieme al marito Elliott e Harold Matson. Osservando la figlia giocare con i bambolotti ebbe una folgorazione e decise di creare una bambola adulta, ispirata alla tedesca Bild Lilli, con le forme da pin up e il nome della sua bambina. Nacque così Barbara Millicent Roberts o, per gli amici, Barbie. Dal giocattolo venduto a 3 dollari fino al film cult con Margot Robbie, ripercorriamo tutte le tappe di un mito.

Barbie e Ken nel 1964
Barbie e Ken nel 1964

Com'è nata Barbie, la fashion doll del 1959

Barbie ebbe un impatto dirompente nel mercato dei giocattoli. Fino ad allora, infatti, le bambine giocavano con i bambolotti, immedesimandosi già nel ruolo di madre. Ma Ruth Handler (moglie del cofondatore della Mattel Elliot Handler) capì che la figlia e le sue amiche cercavano un giocattolo in cui immedesimarsi, non qualcosa da accudire. L'intuizione diventò un progetto vero e proprio durante un viaggio a Lucerna, in Svizzera: in un negozio trovarono la Bild Lilli, bambola dalle fattezze adulte che servì da modello per il ‘manichino' Mattel. La Barbie era realizzata in plastica, materiale che allora stava prendendo rapidamente piede.

La Barbie originale del 1959
La Barbie originale del 1959

Ed eccola, la Barbie: una donna dalle gambe lunghissime e dal punto vita stretto, con il rossetto e la permanente secondo la moda dell'epoca, che indossava solo uno ‘scandaloso' costume da bagno zebrato (citato da un look di Margot Robbie). Nonostante lo scetticismo dei rivenditori, con il primo spot in televisione si scatenò la corsa all'acquisto: tutte le bambine volevano la Barbie con il costume a righe. Anche nel trailer del nuovo film si ricorda l'impatto di Barbie, che da allora cambiò per sempre l'industria dei giocattoli.

La prima Barbie della Mattel
La prima Barbie della Mattel

Anni 60, la Barbie bionda e la prima casa dei sogni

Anche se all'inizio la Mattel lanciò sia una versione bionda che una mora, negli anni la produzione si orientò quasi esclusivamente sulla versione bionda. Con gli occhi azzurri e un corpo dalle proporzioni irrealistiche, Barbie diventò ben presto un simbolo del sogno americano, condensato in un piccolo manichino in plastica da vestire e svestire a piacimento. Barbie è stata anche la prima bambola ad avere le scarpe, che si potevano mettere e togliere sui piedini arcuati. Nel 1962 Barbie ‘compra' casa: nasce la prima Dreamhouse, che ne avrebbe ispirate molte altre a venire. Un simbolo di indipendenza: una donna che possedeva una casa e un'automobile non era comune come adesso.

Barbie Enchanted Evening del 1960
Barbie Enchanted Evening del 1960

La storia di Barbie e Ken

Il successo fu tale che la Mattel fu sommersa dalle lettere che chiedevano per lei un fidanzato: nacque così Ken, chiamato come l'altro figlio degli Handler (Kenneth). Negli anni anche Ken ha cambiato fisionomia, sfoggiando prima una chioma bionda, poi i capelli scuri. Barbie e Ken sono stati insieme per 43 anni prima di lasciarsi, ma ora sono tornati insieme. Ad ogni modo, non si sono mai sposati né hanno mai avuto figli: Ruth Handler non voleva che la sua creatura si ritrovasse a fare la casalinga, sognava per lei una carriera. E che carriera: cambiando vestiti Barbie cambiava professione e faceva tutto ciò che alle donne era ancora precluso. Nel 1965, anticipando la storia, arrivò perfino sulla Luna!

Barbie e Ken nel 1961
Barbie e Ken nel 1961

Anni 70: la Barbie che parla e ‘si muove'

Nel 1969 la Mattel aveva lanciato Christie, l'amica di Barbie di colore, intuendo che i tempi erano cambiati e la società era in fermento. Ma mentre gli studenti marciavano per le strade, Barbie prendeva il sole a Malibu. Le principali innovazioni della Mattel si concentravano sul renderla più ‘umana' possibile, con caviglie e giunture snodate e un'automazione che le permetteva di pronunciare brevi frasi. È il decennio in cui Barbie diventa una ballerina, una popstar e una sciatrice olimpica, ma la sua versione più iconica del decennio rimane Malibu Barbie, con la pelle abbronzata e il sorriso ‘aperto', ridisegnato nel 1977. L'ispirazione per il restyling? Farrah Fawcett.

Malibu Barbie
Malibu Barbie

Anni 80: nascono le Barbie da collezione

Arrivano gli anni Ottanta e anche Barbie è una donna in carriera: celebre in quel periodo è Barbie Day To Night, che andava al lavoro con la ventiquattr'ore e poi il vestito si trasformava per una serata in città. Gli anni Ottanta sono un periodo d'oro per i collezionisti: arriva la prima bambola ispanica, seguita da una serie di bambole ‘dal mondo' che celebravano tradizioni e diversità etnica. Alla fine del decennio arrivarono anche le prime bambole in porcellana, per adulti, vestite con splendide creazioni da sera: nacquero così le Barbie da collezione.

Barbie Provenzale, della linea Fashion Model
Barbie Provenzale, della linea Fashion Model

Anni 90: il restyling di Barbie e l'arrivo di Shelly e Stacie

Barbie è al centro di un vero e proprio universo: possiede una casa, una macchina, una carta di credito a suo nome con cui comprare tutto ciò che possiede. Un dettaglio che oggi diamo per scontato, ma dobbiamo considerare che fino alla metà degli anni Settanta le donne americane non potevano aprire un conto corrente. Negli anni Novanta l'universo di Barbie si allarga con l'arrivo di tre sorelline, Krissy, Shelly e Stacie, oltre alle migliore amiche della bambola, Midge, Teresa e Christie. Ken è sempre al suo fianco, ma doverosamente un passo indietro. Ma la fortuna di Barbie iniziava a scricchiolare. L'estrema magrezza delle Barbie sollevò molte critiche: non era un modello adatto alle bambine. L'azienda si convinse a ridisegnare il bacino e il torace nel 1997, bilanciando le proporzioni.

La casa di Barbie
La casa di Barbie

Anni 2000: le Barbie Fashion Model e gli anni della crisi

Nel 2000 fu lanciata una nuova linea per collezionisti, le Barbie Fashion Models, realizzate in silkstone, un materiale in grado di riprodurre la sensazione della porcellana al tatto. Ma i tempi erano cambiati e Barbie ha dovuto faticare per mantenere il suo status nel nuovo millennio: il suo nome non era più sinonimo di donna emancipata, ma di ragazza superficiale e alla moda. Le vendite precipitarono e la Cnn chiese ai suoi lettori: Barbie è morta? Per tutta risposta, Barbie nel 2004 ha rotto con Ken (dimostrando di essere ancora la ragazza emancipata di un tempo) e negli anni è iniziato un paziente lavoro di apertura all'inclusione e alla diversità.

Una Barbie degli anni Duemila
Una Barbie degli anni Duemila

Com'è diventata Barbie oggi

Per quanto la Mattel si sforzasse, gli anni Duemila hanno mostrato ciò che era chiaro da tempo. La perfezione ha stancato. Barbie – biondissima e magrissima – pure. Da allora l'azienda ha cercato di orientarsi verso il mondo reale, celebrando con le sue bambole scienziate e astronaute e dando alla bambola corpi sempre diversi che abbracciassero la disabilità, la vitiligine, la sindrome di Down. L'obiettivo? Che nessuna bambina si sentisse esclusa e che chiunque potesse riconoscersi nella bambola.

Barbie presidente
Barbie presidente

Rispondendo alla Cnn: Barbie non è morta. Avrà bisogno di un cambio di look, di un bagno di realtà, ma il successo del film Barbie girato da Greta Gerwig (già un record al botteghino) dimostra che la bambola ancora esercita un certo fascino su di noi. Barbie ci permette di essere tutto ciò che vogliamo e, quando non ci riusciamo, ci accoglie in un rassicurante mondo tutto rosa, dove niente si rompe e c'è sempre un'altra festa, un'altra occasione. Basta cambiarsi d'abito.

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