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Truffe sentimentali, perché non bisogna mai giudicare le vittime dei manipolatori online

Le truffe sentimentali sono molto più diffuse di quanto non si possa immaginare. Con la psicoterapeuta Rossi abbiamo parlato di come non farsi raggirare e come superare la delusione.
Intervista a Prof.ssa Roberta Rossi
Sessuologa e psicoterapeuta presso Istituto di Sessuologia Clinica di Roma
A cura di Francesca Parlato
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Quando ci capita di leggere una storia di una truffa sentimentale o di vedere un film come "Il truffatore di Tinder" la prima reazione è quasi sempre "A me non poterebbe mai accadere". Tendiamo sempre a giudicare come piuttosto ingenui chi cade nella rete di un manipolatore online, chi presta soldi a un uomo o una donna che non ha mai incontrato di persona, chi pensa di potersi davvero innamorare attraverso una chat di Facebook o di Tinder. Eppure dovremmo imparare a essere meno severi. Le romance scam sono molto più diffuse di quanto non si creda e cadere nella trappola di questi ingannatori o ingannatrici è più facile di quello che si immagina.
Nel 2021 in Italia sono state coinvolte in questo tipo di raggiro almeno 300 persone (il 118% in più rispetto al 2020), per un giro di soldi pari a circa 4,5 milioni di euro, e si tratta di numeri che quasi certamente andrebbero raddoppiati perché non tutte le persone truffate sporgono denuncia.

Le vittime delle truffe sentimentali

Non bisogna giudicare ingenue, fragili, credulone le persone che cadono nella rete di un manipolatore online. Non c'è un tratto che accomuna le vittime, pensiamo ai casi italiani più famosi: c'è Roberto Cazzaniga, pallavolista, ingannato per oltre 15 anni da una finta fidanzata e per la quale ha speso oltre 700mila euro, oppure l'imprenditore veneto Claudio Fomenton che è volato in Costa D'Avorio per conoscere la fidanzata conosciuta online ed è stato rapito all'aeroporto e sequestrato per tre giorni. "I manipolatori sono in grado di sedurre e di ingannare tutti – spiega a Fanpage.it la psicoterapeuta e sessuologa Roberta RossiMagari riescono a cogliere le loro vittime in un momento difficile della loro vita,  a cogliere alcune particolari corde. Ma starei molto attenta a discriminare tra persone fragili e forti. Alle lusinghe fatte da un manipolatore, possono cedere tutti, al di là dell'intelligenza e della capacità di discernere. Per questo sono convinta che non si debbano mai additare le persone che subiscono questo tipo di truffe, non dobbiamo farci maestri o sentirci più forti. Chi mette in atto questo tipo di trappola è sempre una persona estremamente abile e intelligente". 

Quando il manipolatore inizia ad alzare la posta

Tutto comincia con un match su Tinder (come nel docufilm di Netflix), una richiesta di amicizia su Facebook o un like su Instagram. La foto profilo ritrae sempre un uomo o una donna di bell'aspetto con un sorriso affidabile. Si inizia a chiacchierare, si scambia qualche messaggio in chat, finché la frequentazione online non diventa più intensa. "Potremmo definirli degli strateghi della comunicazione: queste persone sanno parlare, sanno sedurre, sanno quando è arrivato il momento di alzare la posta e portare avanti le loro richieste. Sono dei cesellatori della relazione. I manipolatori sono in grado di porsi sempre come persone sensibili e credibili". E arrivati a un certo punto della relazione trovano l'occasione giusta per avanzare le loro richieste economiche. "Quasi sempre usano come scusa delle situazioni patetiche o pietose, in grado di commuovere la vittima – spiega Rossi – La pretesa di denaro non è immediata, aspettano il momento più adatto, magari si limitano ad accennarla, poi se la rimangiano, e poi tornano di nuovo alla carica". Molte vittime raccontano di aver sviluppato nei mesi o negli anni di relazione una sorta di dipendenza affettiva dal loro amante virtuale e il motivo probabilmente risiede proprio nel fatto di non aver mai incontrato o anche solo visto in webcam l'altra persona: un meccanismo che facilita l'idealizzazione della persona al di là dello schermo e che spiega il motivo per cui davanti al racconto di una difficoltà non si riesca a restare indifferenti e si metta immediatamente mano al portafogli pur di andargli in soccorso.

I campanelli d'allarme della truffa

I segnali per capire che qualcosa non va, che la persona con cui stiamo chattando forse ha qualcosa da nascondere, sono diversi. Non sempre è facile carpirli, i manipolatori sono molto abili e spesso non agiscono neanche da soli, ma se siamo soliti frequentare app o siti di incontri o accettare richieste di amicizia da parte di persone che non conosciamo di persona su social come Facebook o Instagram, è bene fare caso ad alcuni elementi. La prima cosa che possiamo fare è prendere la foto del nostro ‘amico' e cercarla su Google tramite la ricerca immagini, in questo modo potremmo capire se si tratta di una foto originale o se è già stata utilizzata altrove. Poi possiamo fare attenzione a eventuali discordanze nelle storie che raccontano, fare caso se ci sono incongruenze, notare se a ogni richiesta di incontro in webcam ci rispondono dicendo che hanno dei problemi di rete o di malfunzionamento. Infine se decidiamo per un incontro dal vivo avvisiamo sempre qualcuno, amici o parenti e scegliamo un luogo non isolato. Davanti a qualsiasi richiesta economica invece fermiamoci: non accettiamo di inviare soldi, di trasferire denaro per conto di altri e evitiamo di fornire i numeri delle carte di credito, dei conti correnti o documenti personali. "La richiesta di denaro deve sempre far scattare il campanello d'allarme" avverte Rossi.

Cosa fare se si scopre una truffa sentimentale

Se si scopre di essere vittima di un raggiro la prima cosa da fare oltre a interrompere tutti i rapporti e sporgere immediatamente denuncia, se possibile conservare tutte le chat, i messaggi, le mail e qualsiasi prova possa essere utile a identificare il truffatore. È molto utile anche avvisare il sito internet dove è avvenuto l'incontro (per impedire che altre persone possano essere truffate) e infine, se sono stati forniti dettagli sul proprio conto o carta di credito, è indispensabile contattare immediatamente la propria banca. Ma una volta sbrigate le questioni pratiche ci sono le questioni emotive da dover affrontare. Chi subisce questo tipo di truffa si sente imbarazzato, ingenuo e anche arrabbiato. "La rabbia quasi sempre viene rivolta contro sé stessi per essersi lasciati ingannare, e si vive il crollo di tutte le proprie certezze". In alcuni casi può essere necessario ricorrere a un aiuto specialistico. "Potrebbe non essere facile ritrovare l'autostima e la fiducia in sé stessi, e per questo un aiuto di un esperto potrebbe tornarci utile. In altri casi invece quando la rabbia è più blanda possiamo affrontare quello che ci è accaduto anche senza un supporto professionale, ma è fondamentale avere degli amici o dei parenti accanto". Il rischio è infatti quello di chiudersi in sé stessi, di isolarsi per paura di ricadere nuovamente in uno schema simile. "La fiducia verso gli altri sarà sicuramente minata e ci vorrà del tempo per ricostruirla, non tornerà da un giorno all'altro. Ma il conforto delle persone care è indispensabile. Isolarsi infatti non aiuta anzi amplifica la sfiducia nei confronti degli altri".

Sfruttare la truffa per riflettere su sé stessi

Il proverbio "Mal comune mezzo gaudio" probabilmente non ha mai veramente sollevato nessuno, ma in questo caso forse sì. "Le truffe online sono molto più diffuse di quanto non si possa immaginare, e pensare di non essere gli unici ad aver subito un raggiro di questo tipo in qualche modo ci può risollevare, ci fa capire che non si tratta di ingenuità o di fragilità, ma che i manipolatori sono persone estremamente capaci e che chiunque potrebbe cadere nella loro rete, anche il più scaltro". E poi si può sfruttare un episodio come questo per fare una riflessione su sé stessi. "Evitiamo di piangerci addosso. Riflettiamo su quello che cercavamo in quel momento, quali erano i nostri bisogni. A volte i manipolatori trovano terreno fertile tra donne e uomini che si sentono soli, che sono da poco usciti da una relazione, che hanno bisogno di ricevere attenzioni o di essere al centro dei pensieri di qualcuno. Interroghiamoci su quelli che potevano essere i nostri bisogni in quel momento e su cosa avevamo rintracciato in quella persona così seduttiva e lusinghiera. Sfruttiamo un episodio negativo e traumatico per trarne qualcosa di costruttivo e per capire qualcosa di più su di noi".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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