Dopamine-scrolling, la nuova sfida mentale dei social

Scorri il telefono mentre sei in fila al supermercato, aspetti un messaggio o stai su un divano connesso ma annoiato e, senza nemmeno accorgertene, non riesci più a smettere. Non è solo distrazione: secondo dei recenti studi pubblicati su Perspectives in Public Health, esiste un comportamento specifico, il dopamine‑scrolling, che sfrutta la nostra voglia di novità per attivare sistemi di ricompensa nel cervello. Non si tratta quindi solo di perdere tempo, ma di una dinamica che potrebbe influenzare seriamente la nostra attenzione e il benessere mentale.
Scorrere per ricompensa, cos'è il dopamine-scrolling e perché ci deve allarmare
Un articolo recente su Perspectives in Public Health ha definito il dopamine-scrolling come un pattern comportamentale distinto rispetto alla dipendenza da Internet tradizionale o al doom‑scrolling, ovvero l’atto di dedicare troppo tempo alla lettura di notizie negative su dispositivi digitali. Secondo gli autori, il dopamine‑scrolling si basa su un meccanismo di rinforzo variabile, ovvero continuiamo a scorrere perché non sappiamo mai quando arriverà un contenuto che ci dà una piccola scarica di gratificazione, come una vera e propria dipendenza. Lo studio evidenzia anche dati preoccupanti sulla diffusione di questo fenomeno. Con l’aumento dei social, miliardi di persone passano ore al giorno a fare scroll, una situazione che non può più essere ignorata.
Danni reali su attenzione e salute mentale
Il comportamento non è privo di conseguenze. Secondo lo stesso studio, uno degli effetti più rilevanti è la frammentazione dell’attenzione, il cervello rimane costantemente in ricerca del prossimo stimolo, il che rende faticoso concentrarsi su compiti più lunghi o impegnativi. Ma anche un altro studio del 2025 pubblicato su PubMed ha esaminato l’attività cerebrale tramite elettroencefalogramma e ha trovato che l’uso intensivo dei social media altera le onde cerebrali, indicando una modificazione nei circuiti legati all’attenzione e al controllo cognitivo. Inoltre, una ricerca dell'Università di Oxford su adolescenti ha collegato comportamenti di uso additivo dei social a un aumento di problemi psicosociali come ansia, isolamento percepito e difficoltà nel regolare le emozioni.
Soluzioni digitali per l'autocontrollo
I ricercatori non si fermano alla diagnosi, ma propongono interventi concreti per contrastare il dopamine‑scrolling. Tra le strategie suggerite ci sono il digital nudging, che consiste nell'invio di messaggi o limiti pensati per ridurre lo scroll compulsivo, e add‑on per browser che interrompono l’esperienza di scorrimento infinito, riportando la persona nel mondo reale. Ci sono anche soluzioni poi più strutturali, alcuni studi di design dell’interfaccia social suggeriscono di introdurre “attriti” nel flusso dei contenuti, come ad esempio obbligare l’utente a interagire o confermare prima di ricevere altri post, una tattica che sembra migliorare la memoria e ridurre lo scorrimento inconscio.