La moglie di Djokovic trascinata in una faida: “Sei tu che lo etichetti come anti-vax!”
Novak Djokovic si gode il suo settimo Wimbledon, il 21° torneo del Grande Slam vinto in carriera, e pensa a come proseguire la stagione, dovendo fare i conti con le restrizioni anti Covid tuttora in vigore negli Stati Uniti. Da non vaccinato – e continuerà ad esserlo, come ha risposto a precisa domanda dopo la vittoria su Kyrgios sull'erba londinese – il campione serbo non può entrare sul territorio americano, il che significa niente US Open ma neanche altri tornei della stagione sul cemento.
Djokovic è sereno al riguardo, non ne fa un dramma né intende chiedere alcuna esenzione medica dopo tutto il caos che ne è derivato a inizio anno in Australia: se gli Stati Uniti cambieranno linea lui ci sarà, sennò sarà per la prossima volta, con buona pace della sua classifica, destinata a scendere ulteriormente dopo il paradossale crollo post Wimbledon, dovuto al fatto che quest'anno il torneo dell'All England Club non assegnava punti validi per il ranking ATP.
Chi è un po' meno serena sul tema vaccino è la moglie di Nole, Jelena, che domenica sera – dopo aver festeggiato la vittoria del marito – si è scagliata su Twitter contro Ben Rothenberg, seguitissimo giornalista americano di tennis, il quale, ripostando la risposta di Djokovic sul suo rinnovato rifiuto a vaccinarsi, aveva scritto: "A meno che non ci sia un rapido cambiamento nella legge sull'immigrazione degli Stati Uniti, Wimbledon sarà l'ultimo evento del Grande Slam giocato da Djokovic quest'anno. Gli Stati Uniti richiedono la vaccinazione per l'ingresso degli stranieri e Djokovic ha fermamente dichiarato di aver escluso di farsi vaccinare, affermandosi come un posterboy anti-vax".
"Posterboy", ovvero uomo simbolo del movimento contrario ai vaccini. Una definizione che ha fatto rispondere in maniera piccata Jelena Djokovic: "Scusami. Voglio solo assicurarmi che si noti che TU lo hai etichettato come posterboy anti-vax, qualsiasi motivo tu abbia. Ha semplicemente risposto qual è la SUA scelta circa il suo corpo".
Rothenberg ha replicato: "Capisco che è una sua scelta, ma sto anche dicendo che la sua decisione di essere così fermamente contrario ai vaccini da limitare la sua capacità di giocare i tornei lo ha reso, inconsapevolmente o meno, una grande icona del movimento anti-vax. L'ho visto molto chiaramente durante l'Australia". Risposta cui è seguita ancora una replica della moglie di Djokovic, madre dei suoi due figli: "Stai creando una narrativa giudicante che si adatta alla tua agenda. Lui sta semplicemente scegliendo ciò che è meglio per il suo corpo. Se non sta giocando a causa di quella scelta, a lui va bene così".
"Giudicante lo posso accettare – ha risposto per l'ultima volta Rothenberg, chiarendo il suo punto di vista – Credo che ogni cittadino, in particolare personaggi pubblici, avesse il dovere di agire in modo responsabile con le azioni e i messaggi di salute pubblica durante la pandemia ed essendo uno che ha raccontato Novak per il campione influente che è, mi ha deluso ripetutamente e profondamente".
Il dialogo è stato poi chiuso da Jelena Djokovic, che a quel punto ha suggerito che il giornalista potesse essere a sua volta oggetto di giudizi o etichette, spiegando che anche lui era un personaggio influente: "Grazie per aver condiviso le tue convinzioni. Spero che tu non venga giudicato per loro. O che diventi un posterboy per odio e bullismo. Non si sa mai. Sei anche una figura influente, per favore non deludere continuamente. A meno che non sia il tuo ruolo".
