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Djokovic urla allo scandalo in Coppa Davis: “Un uomo mi segue ovunque per ore, è vergognoso”

Novak Djokovic, prossimo avversario dell’Italia di Sinner in Coppa Davis, ha denunciato furioso le modalità del controllo antidoping al quale è stato sottoposto a Malaga: “In 20 anni di carriera mai visto niente di simile”.
A cura di Alessio Morra
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Novak Djokovic ha battuto ogni tipo di record. Avesse conquistato pure Wimbledon avrebbe fatto il Grande Slam. Ora dopo il successo alle Finals punta la Coppa Davis, sul suo cammino l'Italia. Ha vinto tanto e ne ha viste tante, ma quello che gli è capitato prima del match con Norrie a Malaga non l'aveva mai vissuto. Lo scarso pre-avviso per un problema legato a un controllo antidoping a sorpresa ha mandato il numero uno al mondo su tutte le furie. Djokovic ha parlato di gestione scandalosa e se l'è presa con la WADA, che non comprende le ragioni dei tennisti.

In campo è stato implacabile come sempre, doppio 6-4 e Serbia in semifinale. Pratica sbrigata rapidamente da Djokovic che sul campo però ha mostrato anche di essere piuttosto nervoso. Ne ha dette anche agli spettatori inglesi, che lo stavano beccando dopo la partita. Il serbo in conferenza stampa ha fatto capire di essere arrabbiato e non poco per quello che gli era accaduto nei 90 minuti precedenti la partita.

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A Djokovic è stato comunicato che avrebbe dovuto effettuare un test antidoping a sorpresa. I rappresentanti della WADA (l'Agenzia antidoping mondiale) si sono presentati con la richiesta di un test. Quello scarso preavviso ha dato fastidio al tennista serbo, che poi ha parlato di tutta la vicenda. Djokovic ha argomentato e ha spiegato il suo enorme disappunto: "Non ho ancora fatto un controllo antidoping completo, mi devono ancora prelevare il sangue. C'è un uomo che ora è seduto in un angolo che mi segue per ore".

Un'immagine inquietante quella proposta dal tennista, che aggiunge: "Ho avuto una discussione con lui perché in venti anni di carriera non mi era successa prima. Ho ricevuto una notifica un'ora e mezza prima della partita. Ho la mia routine e non ho bisogno di distrarmi. Non posso pensare al prelievo di sangue né pensare se potrò donare un campione di urina. La loro è una decisione del tutto illogica".

Furioso Djokovic che ha sottolineato quella che è, a suo dire, l'illogicità della situazione: "Mi hanno detto che tra i motivi per questo controllo adesso c'era l'idea darci più tempo per riposarci, ma c'è una giornata di pausa. Inoltre gli agenti dell'agenzia antidoping non restano fino a tarda ora".

E soprattutto l'uomo dei record del tennis specifica che non ha problemi a effettuare test antidoping, ma a Djokovic non è andato giù il test nell'immediato pre-partita: "Sono favorevole a testare me stesso o chiunque altro: se è necessario cento volte, non è un problema, ma non prima della partita. Quando avrò finito, vieni, prova, non ho visto alcuna ragione o logica, ma è quello che è – ora darò il sangue, ma spero che cambino tali decisioni. È una vergogna quello che hanno fatto".

Infine l'unico uomo capace di vincere 24 prove dello Slam, e da molti considerati il GOAT del tennis sgancia un ulteriore dardo e lo fa proprio contro la WADA: "È anche interessante che WADA sia una società privata, bisognerebbe discutere se dovremmo avere una nostra agenzia all'interno dell'ecosistema del tennis e non assumere qualcuno dall'esterno. Probabilmente sarà frainteso, ma questo è scandaloso, ci sono dei limiti e della comprensione, e si comportano come se non capissero nulla di quello che sta succedendo qui, che è sport".

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