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C’è una presenza assurda nel video di Peng Shuai: è con lei ma non serve a niente

Il video diffuso dal CIO sulla chiacchierata con Peng Shuai ha rassicurato sulle condizioni della campionessa cinese di tennis, ma non ha dissipato dubbi di altro tipo. C’è una presenza assolutamente illogica.
A cura di Paolo Fiorenza
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La videochiamata tra Peng Shuai e il presidente del CIO Thomas Bach invece che mettere la parola fine sulla vicenda della 35enne tennista – nel senso auspicato dalla Cina, ovvero dissolvere i dubbi sulla sua sorte dopo la clamorosa denuncia di violenza sessuale subita per mano dell'ex vice premier Zhang Gaoli – ha aumentato i dubbi di chi ha visto nel sorriso della donna, del quale è stata diffusa soltanto l'immagine fissa e non il video della mezzora di colloquio, l'ombra inquietante di un controllo sulle sue parole ed azioni.

Lo stesso Comitato Olimpico Internazionale è stato accusato di essersi prestato ad un'operazione che non può avere valore di prova, almeno non circa la libertà di espressione di Peng Shuai, e che non fa altro che dare una sponda autorevole alle rassicurazioni cinesi. Ok, adesso sappiamo che l'ex numero uno al mondo di doppio all'apparenza sta bene, ma che valore possono avere le sue parole sul fatto che "è al sicuro, vive nella sua casa a Pechino, ma vorrebbe che la sua privacy fosse rispettata in questo momento"? Quest'ultima frase sembra anzi voler invitare tutti a stendere un velo sull'intera questione. Inclusa la denuncia di stupro di cui il comunicato del CIO non fa menzione, lasciando intendere che Bach non ne ha chiesto conto durante la chiacchierata con la tennista: una omissione – ad essere buoni con lui – inspiegabile.

Al di là del video nudo e crudo, resta il fatto che nessuno è riuscito ancora a stabilire un contatto indipendente con Peng Shuai, senza presenze di terzi che possano condizionare la sua libera espressione. Alla videochiamata di domenica erano presenti non solo lei e Bach, ma anche il presidente della Commissione degli atleti del CIO, Emma Terho – un'ex hockeista su ghiaccio finlandese – e il membro del CIO in Cina Li Lingwei, che conosce la tennista da molti anni. Ma a presenziare alla chiamata, secondo quanto ha rivelato al New York Times un funzionario olimpico, c'era anche un "amico" di Peng Shuai che l'ha aiutata con il suo inglese.

Una presenza tuttavia assolutamente inutile a dispetto dall'asserita motivazione, visto che parliamo di una sportiva di livello mondiale. Peng Shuai è una tennista cittadina del mondo da 15 anni, con una lunghissima militanza nel circuito WTA ed una carriera che l'ha portata a girare per tornei in ogni parte del pianeta da quando era giovanissima. Insomma, che abbia bisogno di un aiuto per interloquire in inglese appare assolutamente ridicolo. Tutto ciò non fa che accrescere i dubbi piuttosto che diradarli. La domanda adesso non è più "dov'è Peng Shuai" – dato che l'abbiamo vista nella sua stanza in mezzo ai peluche, una location che abbiamo conosciuto nelle prime foto diffuse dopo 17 giorni di sparizione – ma piuttosto: Peng Shuai è una donna libera?

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