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“Una moto col 58 e i riccioli d’oro”: l’apparizione di Simoncelli a un ragazzo in coma è un mistero

Il racconto della visione di Marco Simoncelli da parte di un ragazzo finito in coma si arricchisce di dettagli che fanno porre parecchie domande. Dov’è il confine tra possibile e impossibile?
A cura di Paolo Fiorenza
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Ci sono dei momenti in cui quello in cui crediamo, le nostre certezze, il confine tra possibile e impossibile, sono messi a dura prova da eventi che sembrano sfuggire alla ragione. Avvenimenti il cui racconto fa venire i brividi e solleva domande cui è difficile dare una risposta. La vicenda del 20enne ragazzo sardo che una volta uscito dal coma ha raccontato di aver avuto la visione di Marco Simoncelli che lo tranquillizzava e gli annunciava il risveglio è qualcosa di spiazzante – non per l'apparizione in sé, l'attività onirica è molto attiva quando si è in coma – ma per il fatto che il ragazzo non aveva mai seguito la MotoGP e non conosceva assolutamente lo sfortunato pilota morto in gara a Sepang nel 2011, quando lui aveva appena 10 anni.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Marco Sias racconta nei dettagli cosa ha visto mentre era incosciente e come è arrivato a capire che quella persona dalla voce buona era effettivamente Simoncelli: "Ero in una sinagoga e dentro c'era la sua moto, con davanti impresso il numero 58. Poi è arrivato lui, Marco Simoncelli, e di lì a poco mi sono risvegliato. Non seguo il calcio, né i motori, tantomeno la MotoGP. Ho solo fatto una ricerca sul web dopo il mio risveglio, e ho capito che quella persona era Marco. Aveva i riccioli color oro, un cerotto sul naso e mi diceva queste parole: ‘Tranquillo, da questo incubo ti stai per svegliare'. Di lì a poco, ho aperto gli occhi".

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Lo scorso 2 novembre il 20enne di Iglesias era alla guida di un monopattino elettrico, quando all'improvviso davanti a lui si è aperta la portiera sinistra di una vettura: l'impatto è stato violentissimo e ha provocato un volo di parecchi metri, facendogli sbattere il capo sulla strada. Trasportato in ambulanza all'ospedale di Cagliari, Marco – già, si chiama come Simoncelli – è stato operato alla testa: aveva due emorragie cerebrali e una lunga ferita sul cranio, dalla cima fino all'orecchio. Si è risvegliato dopo 17 giorni, il 19 novembre, appena dopo l'apparizione di Simoncelli.

Non soltanto era ben riconoscibile il pilota romagnolo, ma anche la sua Honda parcheggiata dentro la sinagoga: "Era bianca, con alcuni inserti in rosso e davanti c'era il numero 58", racconta il giovane sardo. Sembra di vedere chiaramente i colori della moto marchiata San Carlo del team Gresini. "Mentre la guardavo, è entrato Sic e mi ha detto quelle parole – continua Marco – Accanto a lui c'era anche un'altra ragazza dai capelli ricci, che lui mi aveva detto essere sua sorella". Invece era "un'infermiera del reparto di rianimazione dell'ospedale Brotzu, che non avevo mai visto prima in volto, essendo arrivato lì in coma. Ricordo che questa ragazza nel sogno mi ha strappato di forza le coperte, e questa scena mi ha aperto gli occhi definitivamente".

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Nella realtà, quando si è svegliato il giovane aveva ancora addosso le coperte e quella donna non c'era: "Quando più tardi è arrivata, ho notato subito che era la stessa del sogno. Al mio risveglio, i medici mi hanno detto che potevo rimanere invalido all’80%, invece cammino e mangio". Un lieto fine meraviglioso, che secondo i genitori di Marco ha del prodigioso, come dicono alla Gazzetta: "Il nostro è un ragazzo tranquillissimo e miracolato, che non ha mai apprezzato né fatto così tanto sport. Non ha mai seguito una gara di MotoGP, ecco perché ci sentiamo di credergli".

Durante lo stato di coma, la fase onirica è molto attiva – a volte anche di più rispetto a quando siamo coscienti – quindi non è strano che il nostro cervello recuperi esperienze ed immagini del passato, producendo visioni ad esse collegate. Ma come si spiega che a Marco Sias sia apparso qualcuno che non conosceva assolutamente? Potrebbe averne visto il volto e appreso la storia in occasione della commemorazione di Simoncelli a 10 anni dalla morte? Era il 23 ottobre scorso, il giovane sardo è entrato in coma il 2 novembre: pochi giorni prima il volto sorridente del Sic era ovunque in TV e sul web. Potrebbe dunque averlo incosciamente ‘immagazzinato', mettendolo a disposizione dell'archivio che poi il cervello ha elaborato quando ha prodotto la visione durante il coma. Questo suggerisce la ragione, ma è davvero andata così? O c'è un confine diverso tra il possibile e l'impossibile?

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