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Offese razziste mentre gioca a Call of Duty, la Red Bull sospende il suo pilota: “Tolleranza zero”

La Red Bull è stata costretta a sospendere con effetto immediato il terzo pilota della squadra di Formula 1 Juri Vips reo di aver usato espressioni razziste in una diretta Twitch mentre giocava online al noto videogioco Call of Duty.
A cura di Michele Mazzeo
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Scossone improvviso in Formula 1 pochi giorni dopo il GP del Canada. Improvvisa doccia fredda per la Red Bull che al momento guida il Mondiale piloti con Max Verstappen ed è in testa ad anche alla classifica Costruttori davanti alla Ferrari. La scuderia di Milton Keynes si è infatti trovata improvvisamente a dover gestire uno scandalo che può infangare il buon nome del team austriaco trovandosi così costretta a sospendere con effetto immediato il membro del team junior nonché terzo pilota della squadra F1 (ha già preso il posto di Perez in una sessione di prove libere a Barcellona) Juri Vips accusato di comportamento razzista.

La decisione della scuderia austriaca è arrivata in seguito ad un video diventato virale che vede il driver 21enne di Tallin che disputa il campionato di Formula 2 rivolgere degli insulti razzisti mentre stava giocando in diretta Twitch al noto videogame Call of Duty. "Cagna n***a" è infatti la frase che si sente prima che gli altri giocatori collegati in diretta con lui rispondessero "Juri" con espressione sorpresa per il linguaggio razzista utilizzato dal giovane pilota. Tra questi ultimi c'era anche il suo compagno di squadra nel Red Bull Junior Team di Formula 2 Liam Lawson, anch'esso apparso scandalizzato dal comportamento del collega.

Da qui arriva la comunicazione della Red Bull che annuncia la sospensione del pilota estone in attesa che, attraverso un'indagine interna, sia fatta chiarezza su quanto avvenuto: "La Red Bull Racing ha sospeso il pilota junior Juri Vips da tutti i compiti del team con effetto immediato – si legge infatti nella nota diramata dalla scuderia austriaca –, in attesa di un'indagine completa sull'incidente. Come organizzazione – aggiunge poi la squadra di Milton Keynes – condanniamo qualsiasi tipo di abuso e abbiamo una politica di tolleranza zero nei confronti del linguaggio o del comportamento razzista nella nostra organizzazione". Sembra dunque che la carriera dell'estone in Formula 1 con la Red Bull possa essere finita ancor prima di cominciare realmente.

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