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L’ultima volta di Valentino Rossi non sarà un’ultima volta (ma cambierà il motociclismo)

Oggi Valentino Rossi correrà a Valencia la sua ultima gara nel Motomondiale e sappiamo già che lascerà un vuoto enorme all’interno del grande circo dei Motori.
A cura di Jvan Sica
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Non sarà l’ultima curva, perché uno come Valentino Rossi non lo tieni fermo alla scrivania. Non sarà l’ultima derapata perché uno come Valentino Rossi non riesce a non fare show. Non sarà l’ultimo rettilineo perché a uno come Valentino Rossi non puoi togliere la voglia di vincere. Non sarà l’ultima volta che vedremo Valentino Rossi alla guida di una moto o di un auto (o forse, chi lo sa, di un camion da corsa), ma quello che gira intorno non sarà più lo stesso, perché a pensarci bene davvero sarà la sua ultima curva, l’ultima derapata e l’ultimo rettilineo nel Motomondiale e questo cambierà se stesso e il suo mondo.

La moto non è solo un pezzo di ferro, anzi, penso che abbia un’anima perché è una cosa troppo bella per non avere un’anima. La moto è come una bella donna, delle volte è arrabbiata, delle volte ti dà grandi soddisfazioni, ma devi sempre stare attento a non farla arrabbiare.

Il mondo delle moto con Valentino Rossi è drasticamente cambiato. Era il mondo dei machi, anche se già negli anni ’70 c’erano stati personaggi fuori registro ma non fuoriclasse come il ragazzo di Tavullia. Anzi sarebbe meglio parlare di “bambino”, perché quando esordì nel 1996 dimostrava anche meno dei suoi 17 anni. Quando lui arriva, dopo pochissime gare è già il centro di quel mondo di uomini duri e piano piano lo trasforma in un meraviglioso circo felliniano pieno di gente che sorride e piange durante la stessa gara, perché è sempre stato difficile sopportare le emozioni che una gara di Valentino Rossi sapeva darti.

Perché sono stato così forte? Questa è una buona domanda. Io sono mancino, ma un mancino molto particolare. Sono più un ambidestro, riesco a fare le cose anche con la destra. Tanti piloti sono molto bravi a sinistra, avendo più problemi nelle pieghe a destra. A destra diventa più difficile, perché hai l'acceleratore. Il mio punto forte è che sono più forte a destra che a sinistra, ho quel poco di feeling in più che mi permette di entrare più veloce in curva. Penso che il mio segreto sia questo.

Il Motomondiale, il circo che ha contribuito a creare per farci incantare, ha però anche cambiato Valentino Rossi, in pochissimo tempo trasformatosi in campionissimo anche se continuava a vestirsi da Robin Hood o a decolorare i capelli quando raggiungeva il podio delle gare. Lui si travestiva e intanto si trasformava, diventando un vincente senza dubbi, senza remore, senza angosce. Ha capito molto presto che solo la vittoria lo gasava al massimo, solo con la vittoria riusciva a divertirsi davvero.

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Per vincere, sembra stupido dirlo ma ha un suo senso, devono perdere gli altri, che iniziano a voler battere proprio lui e quasi nessun altro. E da quel momento sono nate le lotte, le diatribe, le gare spalla a spalla, le carenate, i sorpassi storici e le vittorie anche contro qualcuno, perché anche in questo modo Valentino Rossi ha cambiato il mondo del “chi arriva primo a traguardo”, nel mondo del “primo io e secondo tu”, da ribadire in tutti i modi possibili.

Quando arriva il weekend di gara sono felicissimo e non vedo l'ora di salire in moto: finché provo queste sensazioni, è giusto andare avanti. Quando cambierò atteggiamento, sarà il momento di dire basta.

Questo disse alla BBC nel 2012 e questo ha fatto, né più né meno. Fino a quando abbiamo visto gli occhi felici, allora Rossi ogni anno si è presentato con le chiavi del circo che ha creato per aprirlo e correre. Appena ci siamo accorti che gli occhi erano appannati dalla stanchezza, dalla sfiducia di chi gli stava intorno e anche un po’ dalla delusione, ha deciso di dire basta, lasciando le chiavi sul tavolo. Ma chi adesso avrà la forza e la voglia di prenderle per aprire quella porta ogni marzo e continuare a farci ridere, incazzare e sognare? Tutti adesso hanno paura che il circo del Motomondiale-show possa diventare un ricordo del passato, un ricordo che si porterà per sempre con sé quest’uomo dalla faccia ancora da ragazzo.

Vero, sono un tifoso di Valentino. Lui è esattamente ciò di cui questo sport ha bisogno. Porta entusiasmo e possiede una grandissima carica di energia. Ogni volta che ci troviamo nello stesso circuito è un piacere incontrarlo e passare del tempo con lui. È un vero campione, ce l'ha nel sangue

Questa frase è di Micheal Jordan, non uno qualsiasi. Giusto riprenderla perché proprio come Air, Valentino Rossi ha preso il suo sport e lo ha completamente ridefinito fin nel profondo. Si correva e si correrà in moto e vinceva e vincerà chi arriva primo. Ma con o senza Rossi è stato e sarà diverso. Lo sanno tutti, lo sappiamo tutti. Non ci resta che gustarci l’ultima curva, l’ultima derapata e l’ultimo rettilineo, immaginando chi ci colorerà di nuovo tutto questo.

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