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Il segreto della Ducati che “si abbassa” spiega perché Miller e Bagnaia sono velocissimi

Dietro lo strapotere delle Ducati a Doha c’è un segreto. Quattro moto nelle prime cinque posizioni al termine della seconda tornata di test hanno caratterizzato lo strapotere della casa di Borgo Panigale nelle libere, prima delle qualifiche per la seconda gara del Mondiale di MotoGp. Il merito è (anche) del correttore di assetto ‘holeshot’.
A cura di Maurizio De Santis
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Le Ducati hanno dominato le prove libere a Doha. Abilità dei piloti, prestazioni e assetto della moto costituiscono un mix che rasenta la perfezione. Quattro moto nelle prime cinque posizioni al termine della seconda tornata di test prima delle qualifiche odierne caratterizzano lo strapotere della casa di Borgo Panigale. Straordinario il tempo di Miller che in chiusura ha fermato il cronometro 1'53″145, davanti a Bagnaia e al pilota del team Pramac, Zarco. Buona anche la prova del rookie Martín, che si piazza quinto in sella alla Ducati Pramac alle spalle della Yamaha di Quartararo.

Dietro lo strapotere delle ‘rosse' c'è un segreto. Non una novità in assoluto, considerata l'adozione dell'escamotage tecnico già nella scorsa stagione, ma i miglioramenti effettuati sul dispositivo sono evidenti, sicuramente più efficaci rispetto a quelli in dotazione ad altri costruttori. Il merito è (anche) del congegno ‘holeshot' che permette alle moto di avere geometria e baricentro variabile: i piloti possono modificarlo attraverso una sorta di chiavetta posta nella parte anteriore del manubrio. Si tratta di un correttore di assetto che il conducente attiva senza particolari sforzi (deve innescarlo con una levetta) e spiega perché la Ducati "si abbassa". La conferma arriva dalle parole di Pecco che, senza scendere troppo nei dettagli, ammette: "Sì, qui abbiamo un nuovo sistema che fa abbassare il davanti e devo dire che fa una grande differenza".

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Lo si è notato soprattutto nelle prove di partenza effettuate da Jack Miller al termine delle FP2: lo scatto da fermo è risultato impressionante, frutto di una sapiente regia meccanica da parte degli ingegneri del Team che hanno trasformato l'idraulica in un'arma letale a disposizione dei piloti anche in movimento, facendo sì che accelerazione e aerodinamica (sul rettilineo come all'uscita della curva) garantiscano migliori prestazioni riducendo il rischio che l’anteriore si impenni e non vi siano riduzioni di potenza. C'è ancora un altro beneficio e la modifica dell'angolo aerodinamico di alcuni gradi dà la risposta al quesito su come fanno ad avere tutta quella potenza che esplode nella velocità massima.

Il dispositivo holeshot non è un'invenzione. Ma una sorta di trucco che deriva dal motocross e consente la regolazione della geometria d'assetto della mountain bike. È un espediente che viola i regolamenti? No, perché le sospensioni e i regolatori non sono assistiti elettronicamente ma attraverso un meccanismo azionato idraulicamente che dà impulso a un’unità ausiliaria: quando il pilota innesca il contatto, il dispositivo ausiliario comprime l’ammortizzatore.

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