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Andrea Iannone, processo per doping: oggi l’udienza davanti alla Disciplinare

Il pilota dell’Aprilia MotoGP sarà ascoltato alle ore 13 dal collegio di giudici della Corte Disciplinare della FIM che dovrà decidere sulla positività a uno steroide anabolizante, il Drostanolone, riscontrata in seguito a un test antidoping svolto a Sepang dopo il GP di Malesia dello scorso anno. La difesa presenta tre testimoni e punta sulla tesi dell assunzione accidentale avvenuta attraverso il consumo di carne contaminata.
A cura di Valeria Aiello
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Andrea Iannone, 30 anni / Getty
Andrea Iannone, 30 anni / Getty

Inizia oggi a Mies, in Svizzera, il processo a carico di Andrea Iannone. Il pilota dell’Aprilia MotoGP comparirà alle ore 13 davanti alla Corte Disciplinare (CDI) della FIM per chiarire la sua posizione in seguito alla violazione del Codice antidoping. La CDI sarà composta da tre giudici, il portoghese Manuel Marinheiro, il ceco Frantisek Schulman e il finlandese Sakari Vuorensola che, tra l’altro, lo scorso anno era stato uno dei membri della Corte di Appello della FIM che decise sulla “pinna” Ducati  in seguito al ricorso presentato da tutte le squadre (ad eccezione della Yamaha) dopo il GP del Qatar, tra i cui firmatari c’era quindi anche l’amministratore delegato del Reparto Corse di Aprilia, Massimo Rivola.

Iannone positivo al Drostanolone

Iannone era stato sospeso dalle competizioni il 17 dicembre in seguito a un controllo antidoping svolto lo scorso 3 novembre a Sepang, dopo il GP di Malesia, che aveva rivelato la presenza di uno steroide anabolizzante androgeno (AAS) di natura esogena inserito nell’elenco 1.1a delle sostanze proibite dalla Wada, confermata anche dalla successiva controanalisi del campione B. La sostanza incriminata, il Drostanolone, sarebbe però presente in tracce esigue (1,150 nanogrammi per millilitro), un valore che potrebbe essere poco compatibile con un ciclo di anabolizzanti rispetto all’assunzione accidentale.

La difesa presenta tre testimoni

Iannone, assistito dall’avvocato Antonio De Rensis, un consulente, il dottor Alberto Salomone, e tre testimoni, punta sulla tesi della contaminazione alimentare avvenuta attraverso il cibo, soprattutto carne, consumata durante la trasferta del Motomondiale in Asia, dove il pilota è rimasto per oltre un mese, tra Tailandia e Malesia, passando per Giappone e Australia. Al pilota spetta l’onere della prova, cioè dovrà dimostrare sia l’accidentalità della contaminazione, sia l’assunzione involontaria. Una strada non facile dal momento che la Wada, nei confronti degli sportivi che in passato hanno cercato di giustificare l’assunzione di sostanze con la tesi del consumo di carne trattata con anabolizzanti, si è dimostrata comunque irremovibile rispetto alla violazione.

Dopo l'udienza vola in Malesia per i test

Molto dipenderà dall’abilità della difesa nel dimostrare l’involontarierà dell’assunzione, sia l’irrilevanza in termini di prestazioni. Iannone rischia una sanzione che va dalla reprimenda alla squalifica per un lasso di tempo dell’ordine di mesi fino a 2 anni (oppure 4 qualora non venga dimostrata la tesi dell’assunzione accidentale). Contro la sentenza, che la CDI dovrà depositare entro 45 giorni, Iannone potrà ricorrere a Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna, tuttavia il pilota e il team Aprilia sperano in un verdetto rapido, magari entro venerdì 7 febbraio, primo giorno di test pre-campionato a Sepang. Per questo, il pilota di Vasto mercoledì partirà per la Malesia, dove il collaudatore Bradley Smith sta già provando la nuova RS-GP.

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