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La tifosa che ha causato la caduta al Tour crolla in carcere e chiede un medico: perquisita la casa

Si sono vissuti momenti drammatici al momento dell’arresto della donna che ha causato la maxi caduta durante la prima tappa del Tour de France sabato scorso: francese, 31 anni, si è costituita quando ormai il cerchio si era stretto al punto da non darle altra scelta. Perquisita anche la sua abitazione.
A cura di Paolo Fiorenza
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Se la dovrebbe cavare probabilmente soltanto con una multa la spettatrice che ha provocato la rovinosa caduta nella prima tappa del Tour de France, visto che la società che organizza la corsa a tappe ha deciso di ritirare la denuncia nei suoi confronti, dopo che la donna era stata arrestata. La sanzione pecuniaria dovrebbe fare seguito all'indagine da parte della gendarmeria francese per "lesioni involontarie che possono provocare un'invalidità non superiore ai tre mesi a causa della violazione manifestamente deliberata degli obblighi di sicurezza o prudenza". E le è andato bene che nessuno abbia riportato lesioni più gravi, con conseguente capo di imputazione maggiore, così come è stata fortunata – almeno per il momento – che nessuno dei ciclisti caduti (alcuni dei quali ritiratisi) abbia ritenuto di denunciare a sua volta la donna. In quel caso il rischio sarebbe stato una condanna al carcere.

L'incubo dunque sta per finire, visto che le ultime 48 ore sono state davvero una caduta nell'abisso per la tifosa in questione, della quale adesso si può ricostruire l'arresto e quanto accaduto dopo: momenti realmente drammatici per una persona ‘normale'. Contrariamente a quanto si pensava inizialmente, vista la scritta sul cartello esposto a bordo strada che conteneva i vezzeggiativi in tedesco delle parole ‘nonno' e ‘nonna', la tifosa in questione è francese, una donna di 31 anni sposata, residente nella zona dell'incidente. Sabato scorso – a meno di 50 km dalla fine della tappa, tra Brest e Landerneau – era stata travolta dal tedesco Tony Martin, che era caduto a terra trascinando gran parte del gruppo con conseguenze disastrose.

Dileguatasi prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, era diventata oggetto di una vera caccia senza quartiere, prima in Francia – con tanto di appello a chiunque potesse dare informazioni utili per trovarla – poi in tutta Europa, dopo l'ingresso sulla scena dell'Interpol, sollecitata in quanto si pensava fosse tedesca. Alla fine è stata lei a consegnarsi ieri, come ha spiegato il comandante del gruppo di gendarmeria del Finistère, il colonnello Nicolas Duvinage: "La signora si è presentata alla gendarmeria di Landerneau mercoledì intorno alle ore 13-14, annunciando di non sostenere più la pressione dei media", ha detto, sottolineando però che era stata "identificata formalmente mercoledì mattina". I gendarmi "si stavano preparando per andare a interrogarla quando si è presentata", ha aggiunto.

La donna dunque era ormai braccata e non aveva altra scelta dunque che costituirsi. Nella serata di ieri è stata interrogata in carcere, ma prima ha chiesto assistenza medica, essendo palesemente provata per l'arresto. Inoltre è stata effettuata una perquisizione alla sua abitazione. La donna non ha precedenti penali e la sua permanenza in carcere è destinata ad essere molto breve. Tra un po' tutto questo diventerà per lei solo un brutto sogno.

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