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Insulti e minacce alla donna della caduta al Tour: “Ho fatto una sciocchezza. E ho paura”

È francese, ha 31 anni ed è sposata, vive non lontano dal luogo dell’incidente che ha provocato al Tour de France. La donna che ha mostrato il cartello e causato la maxi caduta è ancora in stato di fermo. “Mi vergogno ma adesso ho paura”, ha confessato per il linciaggio mediatico a cui è rimasta esposta. Rischia ugualmente una condanna a 2 anni di detenzione perché “l’inchiesta non è chiusa”, come chiarito dal procuratore di Brest.
A cura di Maurizio De Santis
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Francese. Trentuno anni. Sposata. Abita nella stessa zona dove ha causato l'incidente, tra Brest e Landernau. La spettatrice che ha provocato la maxi caduta nella prima tappa del Tour de France si è costituita dopo che era scattata la caccia anche da parte dell'Interpol. S'era dileguata subito, sparita. Era diventata la ricercata più famosa: lei, la donna che per una leggerezza e un'imprudenza aveva messo a repentaglio l'incolumità dei concorrenti della ‘Grande Boucle' ha vissuta ore d'angoscia per la pressione mediatica che s'è scatenata e il timore per le conseguenze di quell'atto di assoluta ingenuità.

Nemmeno immaginava cosa sarebbe accadutoe quale sarebbe stato il riflesso di un gesto semplice: mostrare un cartello in TV, durante la diretta della corsa, per salutare i nonni. "Allez Opi Omi", "forza nonna e forza nonno" c'era scritto in un misto di francese e tedesco. Un atto d'affetto trasformatosi in incubo per aver messo in pericolo l'incolumità di terzi, violato deliberatamente gli obblighi di prudenza e sicurezza, procurato – sia pure involontariamente – lesioni con prognosi non superiore a 3 mesi.

La polizia ha effettuato una perquisizione nell'abitazione della donna. È incensurata e questo può salvarla da eventuali sanzioni penali. Intimorita, angosciata, ha avuto un crollo emotivo e al momento del fermo ha confessato: "Ho commesso una sciocchezza, una cosa di cui mi vergogno. Ma adesso ho paura". Paura per il linciaggio mediatico di cui è divenuta oggetto quando, dopo il messaggio pubblicato sui social dalla Gendarmerie du Finistère, si sono scatenati la caccia all'intruso, rabbia e perfino "minacce al limite della violenza" nei suoi confronti. E i vertici della polizia hanno invitato alla calma, a smorzare l'attenzione e spegnere i riflettori da una storia che ha avuto un'eco incredibile.

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La direzione della corsa ha deciso di non sporgere denuncia ma la donna rischia ugualmente una condanna a 2 anni di detenzione perché "l'inchiesta non è chiusa", come chiarito dal procuratore di Brest, Camille Miansoni, e per eventuali querele che potrebbero essere sporte dai ciclisti. Uno in particolare, il tedesco Tony Martin, che è andato a sbatte contro la donna e, cadendo, ha dato il "la" all'effetto domino, coinvolgendo una cinquantina di concorrenti nel groviglio di bici finite sull'asfalto.

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