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Tour de France, cosa rischia la spettatrice ricercata per aver provocato la caduta

La spettatrice che ha provocato la maxi caduta nella prima tappa del Tour de France è ricercata in tutto il Paese ed è stata denunciata per “lesioni non intenzionali con incapacità non superiore a 3 mesi”. Difficile rintracciare la donna nonostante la Gendarmeria abbia diffuso la sua immagine mentre era sul luogo dell’incidente. Ecco cosa rischia per quel gesto folle e imprudente.
A cura di Maurizio De Santis
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La spettatrice che ha provocato la maxi caduta nella prima tappa del Tour de France è ricercata in tutto il Paese. Sulla donna, denunciata a piede libero con l'accusa di violazione manifestamente dolosa di un obbligo di sicurezza e di prudenza, è stata aperta un'inchiesta per "lesioni non intenzionali con incapacità non superiore a 3 mesi". Cosa rischia? Una sciocchezza rispetto alla follia del gesto commesso e alle conseguenze che avrebbe potuto causare ai ciclisti coinvolti, loro malgrado, nell'incidente e finiti sull'asfalto.

Cosa rischia la spettatrice che ha causato la caduta al Tour

Una multa di 1500 euro, una sanzione pecuniaria e null'altro sempre che – una volta rintracciata dalla Gendarmeria, che ha divulgato la sua foto attraverso i mezzi d'informazione e i social network – non sia oggetto di querele ulteriori da parte dei concorrenti. Uno in particolare, il tedesco Jasha Sütterlin (DSM), che è stato costretto al ritiro in seguito al ruzzolone: se sporgerà denuncia nominativa, quel modo molto incauto di mettersi in mostra dinanzi alle telecamere potrebbe costare provvedimenti molto più severi alla donna. Secondo l'articolo 222-20 del codice penale, infatti, alla donna potrebbe essere comminata anche una pena massima di un anno di reclusione oltre a una multa di 15.000 euro.

Il momento dell'incidente: causato per esporre un cartello

Un'imprudenza commessa per mostrare un cartello di cartone. Dal fermo immagine dell'episodio si nota come la persona, sola, assolutamente incurante del gruppo di ciclisti che è a pochi metri da lei, esca dal solco ai bordi della strada, metta un piede sul ciglio della carreggiata e si sporga – sorridente – per mostrarsi dinanzi alle telecamere. È in quel momento che, al passaggio dei corridori, si è scontrata con il tedesco Tony Martin (Jumbo-Visma) che nella caduta ha trascinato altri cinquanta concorrenti.

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La donna, spaventata e consapevole di averla fatta grossa, s'è subito dileguata approfittando dell'assenza delle forze dell'ordine in quel tratto della tappa. Perché non c'erano agenti? Le condizioni della gara, l'ostruzione provocata dal mucchio di biciclette e ciclisti, hanno impedito agli agenti in moto di intervenire subito sul luogo dell'impatto che non era presidiato poiché non ritenuto una zona pericolosa come rotonde oppure incroci.

La donna è irreperibile, impossibile identificarla dalle immagini

Inutili le testimonianze. Finora è stato impossibile riconoscere e rintracciare la spettatrice sia per le immagini che non sono abbastanza nitide sia per il modo in cui era vestita: aveva il visto coperto da un paio di occhiali da sole e sulla testa un cappellino che le raccoglieva i capelli; indossava una giacca impermeabile di colore giallo, una maglia a righe orizzontali bianche e rosse, un paio di jeans di colore blu scuro, calzava scarpe nere.

È la Gendarmeria di Quimper che sta indagando – ha ammesso Pierre-Yves Thouault, vicedirettore del Tour de France, come riportato dal quotidiano Le Parisien -. È difficile rintracciarla perché la spettatrice era sola e le immagini della TV non sono abbastanza chiare per riuscire a identificarla con certezza.

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