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Verreth parla per la prima volta del figlio morto a 14 mesi: “Di notte mi sveglio. Solo ora sto capendo”

Il centrocampista belga del Bari ha spiegato come sta dopo il gravissimo lutto che lo colpì nell’estate scorsa: “Sto facendo di tutto per uscire da questa situazione ma so bene che ci vuole del tempo”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Di notte non riesco a dormire molto bene ma sto provando a reagire". La frase che Matthias Verreth pronuncia in conferenza stampa spiega bene qual è lo stato d'animo del calciatore del Bari che a fine luglio scorso subì un gravissimo lutto. Era a tavola con i compagni di squadra in ritiro quando arrivò la telefonata che gli gelò il sangue nelle vene e cambiò la sua vita: gli comunicarono che suo figlio di 14 mesi, Elliot Charles, era morto. A distanza di un paio di mesi da allora ne ha parlato per la prima volta pubblicamente, senza nascondere quanto a livello emotivo sia ancora difficile elaborare quelle emoziono che lo hanno scosso nel profondo, provocandogli un grande dolore.

Verreth e le conseguenze emotive per la morte del figlio

Verreth parla un po' in inglese e un po' in italiano ma basta guardarlo negli occhi per comprendere quanta tristezza abbia ancora dentro e come elaborarla sia davvero dura. Certe cose le superi, non le dimentichi. Impari a conviverci e ad accettarle. Ti lasciano un segno che non andrà mai via. "A livello emotivo ho alti e bassi. Riposo in maniera irregolare e spesso mi sveglio. Sto facendo di tutto per uscire da questa situazione ma so bene che ci vuole del tempo".

Il piccolo era ricoverato in ospedale per un'infezione virale ma le cure si sono rivelate inutili: il male che lo aveva aggredito è stato più forte e lo ha ucciso. Una storia tremenda, di quelle che non si vorrebbero mai raccontare. "Solo adesso sto realizzando cosa è successo – aggiunge il centrocampista belga -. E ovviamente tutto quello che è accaduto ha avuto conseguenze su di me, sia a livello fisico sia a livello mentale. Non è semplice per un calciatore allenarsi, lavorare con regolarità se non recuperi a dovere durante le ore di pausa".

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Il bel gesto della squadra in aeroporto: "Mi sento come in famiglia"

Il calcio, i compagni di squadra, il campo in parte lo hanno aiutato e lo stanno aiutando. L'affetto delle persone gli ha teso una mano affinché si rialzasse e si rimettesse in cammino. La vita gli aveva assestato un brutto colpo. Molto bello il gesto dei giocatori del Bari che, al ritorno in Italia dopo la tragedia, lo attesero in aeroporto per salutarlo e stringerlo in un abbraccio.

"Per fortuna i miei compagni mi fanno sentire come in famiglia – le parole di Verreth – e soprattutto grazie a loro non avverto mai la solitudine. Ho apprezzato molto che la scorsa estate, quando tornavo dall'Olanda, sono venuti ad accogliermi in aeroporto. Mi hanno fatto subito sentire il loro calore, la vicinanza di chi ti vuole davvero bene". E proprio quanto sta ricevendo a Bari sul piano umano è uno stimolo ulteriore. "So bene che finora non ho potuto dare il meglio di me. Sto lavorando per ritrovare la condizione migliore e dare tutto alla squadra che ne ha bisogno".

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