Tifosi del Napoli, inferno sotto l’hotel del Cagliari: botti e cori per ‘avvertire’ i sardi

L'accoglienza riservata al Cagliari dai tifosi del Napoli è stata fragorosa. Gruppi di sostenitori azzurri si sono recati nella notte sotto l'albergo dove alloggiano i sardi per disturbarne il riposo alla vigilia della partita che vale lo scudetto. Un fiume di motorini, un'onda lunga di ragazzi in sella che s'è messa in processione in quella zona gridando, strombazzando e facendo caciara. Hanno sparato botti, lanciato razzi pirotecnici, acceso torce, colorato di rosso fuoco il perimetro dell'hotel e urlato cori a squarciagola con l'unico intento di tormentare i rossoblù che questa sera al Maradona, in uno stadio tutto esaurito (con biglietti già finiti poche ore dopo l'inizio della vendita e altri ceduti a peso d'oro per effetto della speculazione), giocano contro la squadra di Antonio Conte in lizza per lo scudetto.
Un piccolo avvertimento del clim infuocato che ci sarà allo stadio questa sera, con una città pronta a esplodere per festeggiare il quarto scudetto della sua storia (il secondo nel giro di 3 campionati). La posta in palio è altissima per i partenopei: hanno un punto di vantaggio sull'Inter (impegnata a Como) e devono vincere a tutti i costi, senza fare calcoli, per stare senza pensieri e – per usare le parole di Antonio Conte – "andare a prendere il titolo finendo il lavoro".

In realtà potrebbe bastare anche meno, perché le combinazioni di risultati dipendono molto da quel che succede alla formazione di Inzaghi in riva al Lago. Ma non è questa la mentalità giusta per cucirsi in petto la coccarda tricolore. Non serve fare calcoli, solo buttare la palla in fondo al sacco, mettere la gara in cassaforte e poi… meglio dire nulla, meglio restare concentrati sull'obiettivo. L'attesa del piacere è essa stessa il piacere, un vecchio adagio che prende la scaramanzia sotto il braccio e la invita all'ultimo giro di danza.
Nel frattempo si può stemperare l'ansia in molti modi: a Napoli, avvezzi alle scosse emotive, a ‘ballare' sulla terra che trema, a giocare a dadi col futuro che è oggi (perché domani chissà) sanno come si fa. E anche abbandonarsi al folklore più scoppiettante fa parte del gioco. Accade ovunque, da sempre. Pure così si celebra il rito pagano del calcio. Poi toccherà al campo parlare dopo le ‘chiacchiere' delle conferenze stampa, dei buoni propositi, delle dichiarazioni d'orgoglio.
"Siamo persone serie, daremo il massimo e suderemo la maglia", il monito del tecnico del Cagliari, Davide Nicola. La sua squadra è già salva, proverà a onorare il campionato. Spetterà al Napoli mettere le cose in chiaro a subito, prendere in mano la partita, azzannarla e fare gol per chiudere i conti. Il quarto scudetto è lì, a un passo.