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“Sta bloccando la Juve”: il ritorno di Allegri spinge via Cristiano Ronaldo

Allegri ha smontato la narrazione di Cristiano Ronaldo quale campione assoluto. Gli contrappose l’idea di assetto tattico e importanza di avere accanto un calciatore bravo a capire “che lo spazio che lascia lui, deve occuparlo l’altro”. A Torino fu Mandzukic l’equilibratore, questa volta tutto lascia presagire che ricomincerà senza CR7. La frase sussurrata al presidente Agnelli fu profetica.
A cura di Maurizio De Santis
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L'addio tra Massimiliano Allegri e la Juventus s'era consumato anche per ‘colpa' di Cristiano Ronaldo. E adesso che l'allenatore è tornato sulla panchina dei bianconeri sembra l'ulteriore conferma che l'esperienza di CR7 a Torino è finita. Agli indizi e ai segnali (nemmeno tanto celati) delle ultime settimane si aggiunge un altro tassello nel lungo addio del campione lusitano. "Mandalo via, sta bloccando la crescita della squadra e della società", è la frase profetica che il tecnico livornese sussurrò all'orecchio del presidente, Andrea Agnelli, convinto che proprio la personalità del portoghese all'interno del gruppo, l'investimento ingombrante, la strategia per il suo sostentamento erodessero risorse preziose per il futuro.

L'evoluzione dei fatti gli ha dato ragione: strappato al Real Madrid per tentare l'assalto alla Champions, fallita la mission per tre edizioni consecutive (un'eliminazione ai quarti e due agli ottavi), la Juventus è implosa nell'ultima stagione rischiando addirittura di restare fuori dalle prime quattro posizioni. Un fallimento mascherato dai record personali, dai trofei e dalle vittorie in Italia esibite in maniera muscolare dal cinque volte Pallone d'Oro.

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Allegri ne smontò la narrazione di grandezza assoluta definendolo "umano" perché in fondo "anche lui può sbagliare uno stop". Un campione che può la differenza ma che non può vincere (sempre) tutto da solo. Indicò Karim Benzema come il più forte attaccante in attività, con o senza CR7: "Ogni anno a Madrid lo volevano cedere, alla fine ha sempre giocato lui", la riflessione sul francese. All'idea di campione che non deve chiedere mai contrappose quella di assetto e dell'importanza di avere accanto un calciatore bravo a capire "che lo spazio che lascia lui, deve occuparlo l’altro".

"Come si smarca e attacca la porta lui è straordinario", ma a una condizione precisò Allegri: a Torino fu Mario Mandzukic il partner che il tecnico gli mise affianco, sfruttandone la duttilità tattica e la disponibilità al sacrificio così da trovare equilibrio (anche a costo di mettere in secondo piano Paulo Dybala) per esaltare le qualità dello stesso CR7. Ecco perché aggiunse: dalla sua presenza o meno dipende una "gestione diversa" della squadra. E questa volta tutto lascia presagire che ricomincerà senza di lui.

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