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Speranza: “La priorità del Governo è salvare vite, non pensare al calcio”

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha voluto ribadire come le priorità del Governo, al momento, siano altrove e non sul calcio: “E’ l’ultimo dei nostri problemi e lo dico da gran tifoso. Le priorità sono altre, salvare vite umane. poi potremo discutere di come tornare alla normalità”. Una risposta a distanza anche la presidente Gravina che aveva detto: “Decida il Governo se il calcio si deve fermare”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha voluto ribadire nella mattinata di lunedì 20 aprile la linea che sta adottando il Governo per entrare nella fase due della pandemia. Una fase delicata e forse ancor più preoccupante di quanto avvenuto fino ad oggi perché, con la riapertura scaglionata delle attività, la gran parte della responsabilità di salvaguardarsi da un nuovo contagio passerà dalle mani delle istituzioni a quella dei cittadini. Tutto fa presumere che le persone abbiano capito l‘entità del pericolo che si correrà nel caso venissero meno le misure preventive, eppure l'ansia, parallelamente alla speranza di tornare alla normalità, cresce.

Così, il Ministro ha voluto mettere da parte in questo preciso momento storico, la questione calcio. Un movimento che è tornato ad alzare la voce in queste ultime settimane, litigando al suo interno ma anche provando a darsi una linea di condotta per lasciarsi alle spalle uno dei momenti più cupi: "In questo momento, la priorità del Governo non è far riprendere a giocare a calcio e lo dico da grande tifoso. Le priorità sono altre, come salvare vite umane".

Roberto Speranza ha così risposto a distanza anche al presidente Gabriele Gravina, numero uno della Federcalcio, che aveva rispedito al mittente ogni decisione in merito: "La responsabilità di far fermare il calcio la lascio al Governo, non spetta a me decidere". Dunque, il calcio ancora una volta si trova nel guado, in mezzo ad un Limbo che lo costringe a venire strattonato  a seconda del momento, da una o dall'altra parte della riva.

L'autonomia dello sport è sempre stato un cavallo di battaglia del sistema, soprattutto calcistico, un principio fondamentale difeso spesso a spada tratta. Ora però, sembra che si stia passando la palla tra i piedi del Governo, di fronte alle tensioni e contraddizioni interne. Liti tra presidenti di Serie A, confronti accesi tra serie cadette che si strattonano per riuscire a respirare, tirando a fondo la controparte. In tutto questo, la mancanza ancora oggi di un piano pratico fatto di date e calendari.

Le parole del Ministro Speranza tendono a riportare però, questo mondo che si crede una realtà a parte, con i piedi per terra. Il Governo e le Istituzioni hanno altre priorità, perchè il calcio "è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci". E' bene che i suoi addetti ai lavori lo capiscano in modo chiaro e si prendano le responsabilità che i ruoli che ricoprono, richiedono. anche fossero scomode o aperte a nuovi conflitti di pensiero. Sempre che siano dettate dalla volontà reale di fare il bene del calcio.  non solo.

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