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“Sono morti nostri fratelli”. Il tweet sulla tragedia dell’Heysel oltre ogni stupida rivalità

Il 29 maggio 1985 fu il giorno della tragedia dell’Heysel, una della pagine più dolorose nella storia del calcio. La finale di Coppa Campioi tra Juventus e Liverpool fu macchiata col sangue: morirono 39 persone, di cui 32 italiani. “Vi siamo vicini nel ricordo e nella preghiera”, il tweet del Torino, un bel gesto apprezzato da tutti i tifosi.
A cura di Maurizio De Santis
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"Vi siamo vicini nel ricordo e nella preghiera". Il 29 maggio del 1985 la tragedia dell'Heysel di Bruxelles fu una delle pagine più dolorose per il calcio. Di quelle che quando le racconti, soprattutto se le hai viste dai vicino, fai fatica anche a respirare. È come azionare il rewind, fare un salto indietro nel tempo e ti tremano le ginocchia al solo pensiero di finire di nuovo in quell'inferno. Il messaggio del Torino, a corredo del tweet e della foto che ritrae la targa dedicata a quella sciagura, è un bell'esempio. Il club bianconero lo ha recepito e condiviso attraverso i canali ufficiali, alimentando il consenso del popolo granata e bianconero. "Bel gesto, il Torino insieme alla Juve deve tornare il modello che era per il resto dell'Italia calcistica, avversari in campo, uniti in queste tragedie, che siano juventini o torinesi sono morti miei fratelli".

Superga – l'incidente aereo che spazzò via gli ‘invincibili' guidati da Valentino Mazzola – e quanto accaduto in quella ‘maledetta' serata all'interno dell'impianto belga sono due ferite che ancora sanguinano. "Sportività, il bello del calcio. Torino unità nel ricordo di Superga e Heysel. Onore e rispetto", è il commento che accomuna molti sostenitori al di là di ogni stupida rivalità.

La finale di Coppa Campioni tra la Juventus e il Liverpool è passata alla storia per la furia degli hooligans inglesi, per gli scontri tra tifosi che portarono alla morte di ben 39 persone (di cui 32 italiani). A 36 anni di distanza il ricordo delle vittime e degli oltre 600 feriti è presente nella memoria di chi allora era sulle gradinate di quell'impianto definito inadeguato, di chi ancora oggi non riesce (né può) dimenticare la drammaticità delle immagini che, attraverso il collegamento della Rai rimbalzarono nelle case degli italiani a ora di cena.

Fu come servire la morte a tavola. "Bene così, martellare le teste bacate di gran parte dei tifosi di ogni squadra con messaggi civili, per cercare di fare un passo nella giusta direzione, mantenendo una sana rivalità", è l'altro concetto che ha fatto da tam tam per l'intera comunità di tifosi, quelli più giovani e chi ha i capelli bianchi in testa. "Chapeau. Un bel gesto che ha onore a una grande squadra".

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