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Simeone non stringe la mano a Klopp: “Non mi piace la falsità”. Ma non è come sembra

Continua la discussione sulla mancata stretta di mano tra Simeone e Klopp dopo la gara d’andata tra Atletico Madrid e Liverpool. Il tecnico argentino nella conferenza stampa che precede il match di Anfield Road ha motivato il suo gesto ma non ha mancato una frecciatina al tedesco per le critiche al gioco della sua squadra fatte in passato.
A cura di Vito Lamorte
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Diego Pablo Simeone è fatto così. Prendere o lasciare. Ha le sue idee e il suo modus operandi in campo che lo rendono leader di un club, l'Atletico Madrid, e nemico per tutti gli altri. È la sua mentalità e a lui non dà fastidio che gli altri la pensino così. Anzi. I colchoneros sono campioni di Spagna in carica e stanno cercando di migliorare il loro percorso in Champions League dopo alcune campagne deludenti ma l'urna ha riservato loro un girone complicato con Liverpool, Milan e Porto. 

Proprio nell'ultimo match contro gli inglesi il Cholo si è reso protagonista di un gesto che ha fatto subito il giro del mondo: l'allenatore dell'Atletì non ha stretto la mano a Jürgen Klopp al termine del match perso 3-2, in casa ed è scappato via negli spogliatoi. La corsa all'interno del tunnel è stata presa come una mancanza di rispetto e di sportività dopo la sconfitta ma il tecnico argentino, dopo aver motivato il suo comportamento nel post-partita, è tornato sull'argomento anche alla vigilia della sfida con i Reds ad Anfield Road: "L'ho spiegato dopo la partita, non mi piace salutare al fischio finale perché capisco che le emozioni di ogni tecnico sono diverse. In Inghilterra si usa come cortesia, ma non sono d'accordo perché non mi piace la falsità". 

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L'allenatore degli spagnoli si è soffermato anche su Klopp, che aveva commentato l'accaduto un po' stizzito ("È un tipo emotivo, non credo sia una sorpresa per nessuno e lo sono anche io"), e ha affermato: "Non posso parlare di lui come persona perché non lo conosco, posso giudicare il valore di un grande allenatore che ha fatto uno splendido lavoro. Non mi metto a giudicare come giocano le altre squadre, ho un codice di comportamento e tra gli allenatori sono situazioni che vanno rispettate".

Proprio quest'ultimo passaggio ci riporta indietro di un paio d'anni, precisamente al marzo del 2020: Liverpool e Atletico si affrontavano per il ritorno degli ottavi di finale di Champions ad Anfield e i roijblancos riuscirono ad eliminare gli allora campioni d'Europa in carica con una prova di grinta e compattezza unita alla qualità degli uomini offensivi che Klopp non mandò giù. In quel caso il manager tedesco disse: "Non capisco perché giochino così con la qualità che hanno. Potrebbero giocare un buon calcio, ma preferiscono rimanere indietro e reagire. Mi rendo conto di essere un cattivo perdente soprattutto perché i ragazzi hanno fatto una grande fatica contro giocatori di livello mondiale, che difendono con due linee da quattro".

Già allora le parole di Klopp avevano fatto breccia in Spagna e il caso ha voluto rimettere le due squadre di fronte 18 mesi dopo quello scontro da dentro-fuori. Anche il manager del Liverpool è tornato sull'argomento e ha detto ironicamente: “Dopo la partita non gli stringo la mano, così torniamo a casa tutti felici”. Sicuramente i due si saluteranno prima della sfida di Anfield Road, così come accaduto al Wanda Metropolitano, ma bisogna vedere cosa accadrà al 90′.

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