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Sarri concede la passerella a Radu, circostanze identiche a Maggio col Napoli: ma lì non lo fece

A distanza di cinque anni dalla mancata concessione a Christian Maggio anche solo di un minuto nella sua ultima partita con la maglia del Napoli davanti al suo pubblico, Maurizio Sarri si è comportato in maniera molto diversa con Stefan Radu nel finale di Lazio-Cremonese. Circostanza identiche di scenario e punteggio, trattamento diverso.
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A cura di Paolo Fiorenza
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Domenica il popolo della Lazio ha prima gioito per la vittoria all'ultimo respiro ottenuta sulla Cremonese, che ha consentito ai biancocelesti di conservare il secondo posto solitario in classifica con due punti di vantaggio sull'Inter, e poi ha tributato un commovente saluto a Stefan Radu, bandiera dell'Aquila che ha concluso la sua lunga avventura coi colori laziali dopo una militanza di ben 15 anni.

Il difensore rumeno, che compirà 37 anni a ottobre, ha legato tutta la sua carriera a due sole squadre, avendo giocato in precedenza in patria per la Dinamo Bucarest, prima di sbarcare nella capitale nel 2008. Da quel giorno è sceso in campo 427 volte con la maglia biancoceleste (vincendo tre Coppa Italia e altrettante Supercoppe), di cui l'ultima proprio ieri. Radu ha giocato pochi minuti dopo il 90′: il cambio con Zaccagni è avvenuto quando il pallone era stato riportato a centrocampo dopo il gol di Milinkovic-Savic che aveva dato il 3-2 alla Lazio.

Un bel gesto di Maurizio Sarri, che quest'anno non aveva mai impiegato Radu: oltre all'apparizione omaggio di ieri, il rumeno aveva visto il campo soltanto altre due volte nel girone di Europa League, per 67 minuti complessivi. Il tecnico peraltro ha poi avuto parole bellissime per il giocatore: "La sfortuna è stata di conoscerlo nella parte finale della carriera, la fortuna è stata di conoscerlo. Uomo di grande fedeltà e lealtà, è stato sempre di grande partecipazione e professionalità in allenamento, è raro. Spero resti nell'ambiente Lazio".

È stato bello concedere a un giocatore tanto amato dalla tifoseria e che ha dato tutto per la causa laziale l'opportunità del saluto che meritava in occasione dell'ultima partita casalinga: nella circostanza Sarri ha dimostrato di aver cambiato idea sul come gestire una situazione analoga, rispetto a quanto accadde cinque anni fa in un Napoli-Crotone, ultimo match  della stagione 2017/18 nell'allora San Paolo. Lo scenario era praticamente identico, anzi quella era l'ultima giornata del campionato e non la penultima, col secondo posto del Napoli (dei 91 punti record) blindato, mentre la Lazio deve ancora respingere l'assalto dell'Inter per la seconda piazza nell'ultimo turno.

Per il resto due partite col punteggio al 90′ ugualmente di vantaggio minimo dei padroni di casa (3-2 della Lazio sulla Cremonese, 2-1 del Napoli sul Crotone). Eppure in quella occasione Sarri negò l'omaggio – anche soltanto di qualche secondo – a Christian Maggio, che avrebbe di lì a poco lasciato la squadra azzurra dopo 10 anni di volate sulla fascia e abnegazione non inferiore a quella di Radu. Una decisione che lascio all'epoca molto sorpresi e amareggiò sia il giocatore che i tifosi, apparendo abbastanza inspiegabile.

Maurizio Sarri con Christian Maggio ai tempi del Napoli: giocò poco, il titolare era Hysaj
Maurizio Sarri con Christian Maggio ai tempi del Napoli: giocò poco, il titolare era Hysaj

Quell'anno il titolare e pretoriano di Sarri sulla corsia destra era Hysaj, ma Radu in questa stagione ha giocato molto meno di Maggio all'epoca. Eppure, in due situazioni assolutamente identiche, il tecnico toscano ha avuto sensibilità diverse. Dieci stagioni, 308 presenze, 23 gol, due Coppe Italia e una Supercoppa italiana non valsero all'epoca il concedere neanche un attimo ad un giocatore e uomo irreprensibile come Maggio, che non fece nulla per nascondere quanto ci fosse rimasto male: "Sono rimasto un po' deluso da Sarri, non posso negarlo – disse dopo la partita – ci tenevo a chiudere questo mio ciclo nel miglior modo possibile".

Sulla vicenda il terzino veneto ci è tornato poi un paio d'anni fa: "Sarri? Da quel giorno contro il Crotone non ci siamo più sentiti. Abbiamo intrapreso strade diverse e siamo professionisti. Ma di quella giornata non ho alcun rimpianto. Ricordo il giro di campo con la mia famiglia e tanto mi basta. Al resto ci hanno pensato i napoletani che mi hanno riempito la vita di messaggi e di affetto. Vuol dire che qualcosa ho lasciato". A Radu è andata decisamente meglio: il giorno del suo addio al popolo amico resterà indelebile.

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