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Salernitana-Udinese sospesa al gol di Pereyra: in campo arriva di tutto, incendio in curva

Pereyra esulta, alza la maglia bianconera e sembra correre verso la Curva di casa, mostra una t-shirt che reca il messaggio “Vamos Viejo Todavía”. Quelle parole sono interpretate male e scoppia il caos. Gara sospesa per circa 10 minuti.
A cura di Maurizio De Santis
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Pereyra preso di mira dai calciatori e dai tifosi della Salernitana per un'esultanza che era sembrata irrispettosa.
Pereyra preso di mira dai calciatori e dai tifosi della Salernitana per un'esultanza che era sembrata irrispettosa.

L'enorme fumo che si alza da dietro il settore dei tifosi più caldi della Salernitana scandisce la serata tremenda dei granata all'Arechi. Tra il settore di Tribuna Sud e i Distinti s'è sviluppato un incendio, per fortuna tenuto sotto controllo e subito domato dai Vigili del Fuoco. Le fiamme bruciano striscioni, coreografia e quant'altro era servito per accompagnare l'ingresso delle squadre in campo. Il caos si scatena al 56° minuto del secondo tempo, quando Pereyra dell'Udinese segna la rete dello 0-4 (in precedenza aveva sbagliato anche un rigore, parato da Belec). Per i tifosi campani è un cazzotto nello stomaco, di quelli che ti toglie il fiato e ti lascia piegato in due.

Resti in piedi solo perché da Venezia arrivano le uniche buone notizie della serata: il Cagliari è bloccato sullo 0-0 e in classifica il margine di 2 punti fa sì che la squadra di Nicola, anche in un match così disastroso, resti ancora con la testa fuori dall'acqua, poco al di sopra della linea di galleggiamento "salva" con 31 punti (è la quota più bassa in A per evitare il tracollo) solo perché i sardi (30) sono riusciti a far peggio, senza approfittare del pesante parziale rimediato in casa dagli avversari nella lotta per non retrocedere in B. La paura fa brutti scherzi, addirittura una notizia falsa sul presunto vantaggio dei lagunari crea una ola di euforia immotivata e strozzata in gola dalla consapevolezza che s'è trattato solo di un'illusione clamorosa. In mezzo al campo va malissimo, ci si aggrappa a tutto con la forza delle disperazione.

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Nel corredo accessorio del match c'è anche questo. Il contropiede dell'argentino è micidiale. Spacca in due la difesa della Salernitana, la mette a sedere con una finta che lascia fuori causa i due centrali poi, d'interno destro, la piazza nell'angolino dove Belec questa volta può nulla. Pereyra esulta, alza la maglia bianconera e sembra correre verso la Curva di casa, mostra una t-shirt che reca il messaggio "Vamos Viejo Todavía" ("avanti ancora, vecchio"). Quelle parole e quella mimica sono interpretate male: non è un gesto provocatorio né è un modo per farsi beffe del pubblico di casa. Era una dedica (da qualche s'è appreso in diretta) rivolta al padre.

Dopo otto minuti di sospensione l'arbitro, Orsato, dà il via libera per la ripresa del gioco.
Dopo otto minuti di sospensione l'arbitro, Orsato, dà il via libera per la ripresa del gioco.

Rabbia, tensione e angoscia sono il combustibile che accende il caos in campo e sugli spalti. Sul rettangolo verde viene lanciato di tutto: fumogeni e altri oggetti piovono addosso ai calciatori, compresi quella della Salernitana che hanno preso di mira Pereyra e vanno a farsi giustizia. Tra il settore Distinti e la Sud si sviluppa anche un incendio. La gara viene sospesa dall'arbitro Orsato per circa otto, dieci minuti. Il gioco non può riprendere, il fumo è arrivato anche in campo e prima di dare il fischio per la ripresa del match il direttore di gara attende rassicurazioni ufficiali. Sono minuti cruciali, con l'orecchio incollato alla radiolina per ascoltare la cronaca da Venezia e lo zapping sul telefono tra le app di risultati. Al 98° il triplice fischio liberatorio: la Salernitana resta in A, il Cagliari va in B perché a Venezia non è riuscito a vincere.

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