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Ronaldo supplica Eriksen, ma non è più come prima: la scena che spiega lo smarrimento del campione

Durante il match di Europa League tra Manchester United e Sheriff Tiraspol, c’è stato un momento in cui Cristiano Ronaldo è rimasto impietrito: era il ricordo di quel che era, lo struggimento per quel che è.
A cura di Paolo Fiorenza
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Perdonato da Erik ten Hag dopo essersi cosparso il capo di cenere per l'inaccettabile comportamento tenuto nei minuti finali di Manchester United-Tottenham, quando si era rifiutato di entrare in campo e se n'era tornato negli spogliatoi prima del fischio finale del match, Cristiano Ronaldo non solo è stato reintegrato nella rosa dei Red Devils ma è anche partito titolare nella partita di Europa League contro lo Sheriff Tiraspol giocata giovedì sera.

Cristiano Ronaldo al suo ingresso in campo, titolare in Europa League
Cristiano Ronaldo al suo ingresso in campo, titolare in Europa League

Del resto, ridotto ormai mestamente a panchinaro di Rashford, il palcoscenico della coppa minore è l'unico che il tecnico olandese è disposto a concedergli: una situazione che il 37enne portoghese deve ingoiare obtorto collo, avendo capito che fare piazzate come quella col Tottenham non solo gli fa perdere ulteriori posizioni all'interno della squadra ma danneggia pesantemente anche la sua immagine, dipingendolo come un egoista che pensa solo a se stesso e ai suoi record piuttosto che al bene del gruppo.

Ecco quindi che Ronaldo – in attesa di tempi migliori, ovvero un Mondiale che potrebbe rilanciarlo e una cessione a gennaio ad una squadra qualificata agli ottavi di Champions League – si è rimesso sul volto un sorriso di prammatica ed è tornato all'ovile con le orecchie basse, scendendo in campo dal 1′ contro i modesti moldavi, in un undici in cui spiccava la presenza del 19enne Garnacho, protagonista di una splendida prova.

Anche CR7 si è dato da fare e nel 3-0 finale c'è pure la sua firma: all'81' ha arrotondato il risultato dopo le reti di Dalot e Rashford (che aveva rimpiazzato nell'intervallo Antony, punito da ten Hag per una giocata che era soltanto una presa in giro per gli avversari). Il cinque volte Pallone d'Oro ha festeggiato con la sua nuova esultanza, già messa in mostra ad inizio ottobre dopo la rete all'Everton: ha incrociato le mani sul petto e chiuso gli occhi, mimando un pisolino sereno. Il ‘Siuuuu' – almeno per ora – è stato messo nel cassetto e chissà se tornerà.

La nuova esultanza di Ronaldo dopo aver segnato allo Sheriff
La nuova esultanza di Ronaldo dopo aver segnato allo Sheriff

Durante il match con lo Sheriff peraltro c'è stato un momento in cui è apparso nitido come Ronaldo abbia perso quello status che lo collocava più in alto rispetto non solo agli avversari ma anche ai compagni. È stato quando allo United è stato fischiato un calcio di punizione a favore dal limite dell'area avversaria, in una posizione favorevole per la battuta di Ronaldo col destro. Sul pallone tuttavia è andato Eriksen, diventato subito un pilastro per ten Hag dopo il suo arrivo in estate. Il danese ha afferrato la sfera e l'ha sistemata con cura sul punto di battuta, lasciando chiaramente capire che avrebbe battuto lui.

Al suo fianco Ronaldo fremeva, volendo chiaramente calciare lui la punizione: prima ha detto qualcosa al compagno, poi per rafforzare la richiesta si è chinato verso Eriksen per impetrare la concessione del diritto di battere. L'ex interista lo ha appena guardato, spiegandogli che non se ne parlava proprio. E infatti poco dopo è stato lui a calciare il pallone, spedendolo alto, mentre alle sue spalle provava a partire – invano – anche il portoghese, il cui sguardo successivo, impietrito e smarrito, raccontava tutto quello che gli passava in quel momento per la testa. Era il ricordo di quel che era, lo struggimento per quel che è.

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