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Rivolta inglese contro Klopp e Guardiola: “Senza il calcio lavorerebbero al McDonald’s”

Klopp e Guardiola hanno spinto per modificare il calendario di Premier League nelle festività vista la crescita dei contagi di Covid ma Simon Jordan ha puntato il dito contro di loro in maniera durissima.
A cura di Vito Lamorte
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La Premier League sta vivendo un grande momento di difficoltà a causa dell'aumento dei positivi al Covid-19. La variante Omicron ha creato non pochi problemi ai club britannici che, come solitamente accade in questo momento della stagione, sono alle prese con un fitto calendario: dal Boxing Day all'inizio del mese di gennaio le squadre inglesi scenderanno in campo tre volte ma alcune partite del 26 dicembre sono state rinviate per la diffusione del Coronavirus in alcuni roster. Dopo i focolai che hanno colpito Tottenham e Manchester United, ora sono molti ‘gruppi squadra' a dover fare i conti con i contagi e molti manager avevano fatto capire che spostare qualche match per cercare di contenere l'ondata sarebbe stata la soluzione migliore. Non è andata così.

Una riunione tra i manager del massimo campionato inglese e i vertici della Premier League nella giornata di giovedì aveva cercato di fare chiarezza sulla situazione ma non c'è stato modo di modificare lo stato delle cose: le tre giornate pianificate si giocheranno nonostante le dure parole di Antonio Conte, Pep Guardiola e Jurgen Klopp.

Proprio gli ultimi due sono finiti nel mirino di Simon Jordan, ex presidente della Crystal Palace che si è espresso in maniera chiara a difesa del tradizionale Boxing Day e ha puntato il dito contro i manager di Manchester City e Liverpool. I due allenatori, così come il capitano del Liverpool Jordan Henderson hanno espresso i loro dubbi sulla scelta di continuare a giocare, manifestando la loro preoccupazione per la salute dei giocatori ma Jordan a talkSPORT ha risposto duramente così al tecnico dei Reds. "Che ne dici di darti un pizzicotto per renderti conto di quanto sei fortunato perché se non fosse per il calcio, metà di voi lavorerebbe al McDonalds?".

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Parole che faranno certamente discutere nei prossimi giorni. Proprio come quelle che Jordan ha rivolto a Pep Guardiola, che pur difendendo la tradizione di Santo Stefano ha invocato lo sciopero degli atleti e della necessità di riconsiderare le cinque sostituzioni a partita per tutelare i giocatori in un calendario così stressante: "Pep può avere successo, ma sospetto non senza libretto degli assegni".

Infine l'imprenditore inglese e proprietario del Crystal Palace dal 2000 al 2010 ha puntato il dito contro l'allenatore del Liverpool e del City: "Ma questi sono i leader dell'élite; tutti gli altri inseguono la loro scia. La maggior parte dei giocatori che conosco vogliono scendere in campo, quindi basta. Giocate queste maledette partite".

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