Riapertura della Serie A, Rezza chiarisce: “Solo se ci sono le massime garanzie sanitarie”
Dopo le polemiche scatenate dalle recenti dichiarazioni, Giovanni Rezza ha deciso di precisare alcuni punti per evitare ulteriori speculazioni. Il dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità ed epidemiologo ha così cercato di mettere la parola fine al caos creatosi in queste ore, con la risposta piccata di molti esponenti del calcio italiano che hanno interpretato le sue parole come una ingerenza ingiustificata in un momento di massima delicatezza sulle scelte da compiere.
"Voglio fare ulteriore chiarezza al di là delle battute: oggi c'è lockdown totale, se in qualche modo si pensa di riaprire, allora verrà valutato e si applicheranno protocolli di sicurezza sanitaria che verranno dettati da chi di dovere". Così, dunque, riparte il pensiero di Rezza che ha ribadito come il suo non sia un atteggiamento di opposizione alla riapertura del campionato o delle manifestazioni, non solo sportive.
Se qualcuno mi chiedesse cosa fare con il mondo sportivo? Esprimo serenamente la mia opinione: direi che si dovrebbe ripartire solamente se si adoperano precise misure di sicurezza
Con il lockdown attuale, nemmeno partite a porte chiuse
Il problema di una ricaduta nel contagio c'è e lo dicono gli esperti: "Cosa serve? Bisogna tutelarsi adottando continue misure di prevenzione come il distanziamento sociale, le mascherine, evitare assembramenti. In questo senso non si può pensare a partite che si svolgano con presenza di tifosi, ma nemmeno a partite a porte chiuse perché c'è un lockdown generale deciso dal Governo".
Il caso Atalanta-Valencia
Il tentativo è di guardare con ottimismo alla fase 2, ma – sottolinea Rezza – la scelta non è delle strutture e istituzioni sportive: "La decisione spetta alla politica, grazie alla consulenza del comitato scientifico. Quando si è chiuso il campionato, ognuno di noi si è sentito smarrito ma non dimentichiamo Atalanta-Valencia ed è per questo che parlo di massima sicurezza possibile per minimizzare i rischi"