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Rezza (Istituto superiore di sanità): “Contrario alla ripresa del campionato di calcio”

Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, fornisce il suo parere sulla possibilità di una ripresa del campionato di calcio di Serie A. Rezza si dice “non favorevole”, al momento, alla ripresa di un campionato di uno sport – come il calcio – che prevede uno stretto contatto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Giovanni Rezza
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Il comitato tecnico scientifico si dice contrario alla ripresa del campionato di calcio, almeno per il momento. Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore sanità, fornisce un parere considerato personale, ma che a suo stesso giudizio può essere condiviso da tutto il comitato tecnico-scientifico. Rezza, rispondendo a una domanda durante la consueta conferenza stampa in cui viene fornito il bollettino dei nuovi casi di Coronavirus in Italia, si sofferma sulla situazione del campionato di calcio. Nella domanda si sottolinea come alcuni sport, come il basket, abbiano già deciso di fermare i campionati, mentre lo stesso discorso non sembra valere per il calcio e la serie A. Uno sport, peraltro, in cui il contatto tra i giocatori è inevitabile.

Rezza ricorda come la decisione finale sul campionato di calcio spetti alla politica. Inoltre, il direttore del dipartimento di Malattie infettive sottolinea come il comitato tecnico-scientifico non si sia ancora espresso ufficialmente. Rezza prima ironizza sulla sua fede calcistica, dicendo che “da romanista” manderebbe “tutto a monte”, vista l’annata non proprio positiva della Roma. Poi sottolinea che in un sport di contatto come il calcio il rischio di trasmissione è alto e proprio per questo qualcuno parlava dell’ipotesi di un “monitoraggio più stretto”.

Però Rezza ribadisce anche il suo parere, ricordando che è solo personale e non quello ufficiale del comitato tecnico-scientifico. “Se dovessi dare un parere tecnico non darei un parere favorevole”, afferma il direttore del dipartimento dell’Istituto superiore di sanità. Un parere non favorevole che, a suo giudizio, potrebbe “essere condiviso anche dal comitato tecnico-scientifico”.

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