Record di positivi al Covid-19 in Premier League, ma il campionato non si ferma

Quaranta calciatori positivi in una settimana. È il conto salato che la Premier League paga a causa della pandemia da coronavirus. Il calcio inglese non si fermerà, si continuerà ad andare in campo a porte chiuse. Lo spettacolo non può fermarsi, si seguiranno le indicazioni del protocollo almeno fino a quando non sarà il governo a imporre lo stop anche all'attività agonistica in tutta la nazione. Ipotesi al momento non presa in considerazione nonostante nel Regno Unito sia stato proclamato il terzo lockdown da quando l'esplosione dei contagi per il Covid-19 ha colpito al cuore anche l'Inghilterra.
City e Fulham club con più casi, 4 le partite rinviate
Un record negativo da quando, a giugno scorso, è ripresa l'attività agonistica. Il numero dei giocatori contagiati è aumentato progressivamente nelle ultime settimane. L'ultimo rilevamento al riguardo faceva riferimento alla settimana di Natale: 18 casi. Successivamente, nel periodo compreso tra il 28 e il 31 dicembre, la lista degli atleti costretti all'isolamento è aumentata: su 1311 test effettuati tra calciatori e membri dello staff che compongono il gruppo squadra i casi sono saliti a 28. A questi vanno ad aggiungersi gli altri 12 positivi scaturiti dai 984 tamponi effettuati nei giorni compresi tra il 1° e il 3 gennaio. Un dato che allarma e fa il paio con quanto sta accadendo nel Paese che registra una media quotidiana di oltre 50mila nuovi casi .
Due le società più colpite: si tratta del Manchester City e del Fulham che hanno registrato il maggior numero di contagiati tra i tesserati. Ha destato impressione anche la condizione dei due giocatori del Newcastle, Lascelles e Saint-Maximin, che hanno avvertito sintomi durissimi. Dall'inizio del campionato inglese sono state quattro le partite rinviate a causa del Covid-19, due solo negli ultimi 10 giorni (Everton-Manchester City e Tottenham-Fulham).