Pioli esonerato dalla Fiorentina, aveva rifiutato le dimissioni: poi è intervenuto Commisso

Alla fine Stefano Pioli non è più l'allenatore della Fiorentina. Un epilogo scontato nella sostanza, ma non nella forma perché fino all'ultimo il tecnico ha fatto muro, rifiutando di fatto le dimissioni. Una scelta che ha messo in grave difficoltà la società che ha dovuto prendere ulteriore tempo per districare una situazione che richiedeva una soluzione definitiva. E così, nella tarda mattinata di martedì 4 novembre, è arrivata la decisione: esonero di Pioli, con l'intervento decisivo da parte di Rocco Commisso, il patron viola che ha dato il suo OK al cambio in panchina dagli Stati Uniti, con la comunicazione ufficiale da parte del club gigliato.
La presa di posizione di Pioli: "Mandatemi via voi"
Il cielo plumbeo è diventato nero pesto nei giorni successivi all'ultima partita della Fiorentina, giocata al Franchi e persa con il Lecce: attorno a Stefano Pioli si è creato man mano il vuoto, soprattutto di fronte alla scelta del tecnico di non lasciare il proprio incarico malgrado l'evidente impossibilità di tenere in pugno una situazione oramai sfuggitagli da ogni dove. Squadra al disarmo, ultimo posto in classifica, il direttore sportivo dimissionario, la contestazione dei tifosi. Alla fine, Stefano Pioli ha ottenuto ciò che si era prefissato e detto, nessuna dimissione volontaria: "Ho un contratto, io lo rispetto, se mi dovete mandare via fatelo voi". Così, è arrivata la rescissione unilaterale e forzata da parte del club gigliato che adesso potrà guardare oltre, alla ricerca del sostituto.
Decisivo il presidente Commisso: via libera all'esonero di Pioli
A sciogliere l'ultimo nodo ci ha pensato il presidente Commisso che ha seguito la situazione a distanza, trovandosi per lavoro negli Stati Uniti. Le notizie sul rifiuto di Pioli nel fare un passo indietro avrebbero da subito irritato il patron gigliato che ha rotto il filo della diplomazia dando il via libera a comunicare l'esonero. Nella giornata di lunedì, Stefano Pioli era presente al Viola Park per seguire la squadra nel giorno di allenamento di scarico post match, ma già nella mattinata di martedì la situazione era già ulteriormente precipitata, con la dirigenza che ha deciso di annullare la seduta, di fatto togliendo il ruolo a Pioli, ancor prima della conferma ufficiale del suo avvicendamento. Spostando l'allenamento nel pomeriggio, a decisioni prese.

Le tempistiche dell'esonero di Pioli: perché la Fiorentina ha deciso martedì mattina
La situazione attorno alla panchina della Fiorentina si è risolta nella mattinata di martedì, con una mossa decisiva del presidente Commisso. Essenziale per evitare ulteriori problemi di gestione. Dopo aver cancellato gli allenamenti – spostandoli di fatto nel pomeriggio – la società aveva fretta di dare un taglio alla questione. Gli ultimi colloqui con Pioli assistito dai suoi legali, con la società non avevano dato alcuna soluzione, che doveva essere presa nella giornata di oggi. Perché? Per questioni legate al pressante calendario: giovedì la Fiorentina torna in campo in Conference League e domani Pioli avrebbe dovuto sostenere la conferenza stampa di rito. Insostenibile. Così l'esonero.
Il disastroso Pioli-bis a Firenze: 4 punti in 10 partite, ora spazio al sostituto
Termina nel peggiore dei modi il Pioli-bis a Firenze: dopo dieci giornate di Serie A ha racimolato appena quattro punti, con la Fiorentina relegata in piena lotta retrocessione. In Conference League, qualcosa di più era stata fatta, con due le vittorie in altrettante gare. Adesso, la squadra è stata data in mano a Galloppa già tecnico delle giovanili viola mentre la girandola dei sostituti è tornata a girare. Sale il nome di D'Aversa che, viste le tempistiche strettissime per la scelta finale, ha scavalcato gli altri nomi, come quelli di Thiago Motta, Valoti e Palladino.