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Perché tra Ciro Immobile e la Juventus non è andata come poteva

Ogni incrocio tra Lazio e Juventus porta alla ribalta la storia di Ciro Immobile: cresciuto nelle giovanili della Juventus e poi inspiegabilmente messo da parte dal club bianconero dopo la sua esplosione con il Pescara di Zeman. Il caso del bomber di Torre Annunziata, è uno dei tanti esempi che dimostrano la poca pazienza dei grandi club nei confronti dei giovani talenti.
A cura di Alberto Pucci
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Nella bacheca dei club italiani più importanti, oltre alle grandi vittorie e ai vari titoli vinti, ci sono anche delusioni e rimpianti: molti di questi legati ai nomi di talenti frettolosamente scartati o non valorizzati a dovere. Il big match tra Lazio e Juventus, valevole per la settima giornata di campionato di Serie A, rievoca proprio la storia e il percorso calcistico di uno di questi: Ciro Immobile.

Fu portato in bianconero da Ciro Ferrara, che nel 2007 diede il via all'operazione da 80mila euro per prelevarlo dal Sorrento: "Pensai fosse uno scherzo", ha detto Immobile della chiamata da Torino qualche tempo fa, in una diretta Instagram. Il bomber della Lazio e della Nazionale non è riuscito a consacrarsi nella Juventus nonostante le buone partite con la Primavera e le prime grandi soddisfazioni: il successo nel Viareggio del 2009, vinto grazie alla sua doppietta in finale rifilata alla Sampdoria, e l'esordio di pochi mesi più tardi in prima squadra, quando subentrò a Del Piero nei minuti finali della partita con il Bologna.

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I motivi del suo addio

Bianconero nel cuore sin da piccolo, quando piangeva se la madre non lo mandava agli allenamenti a causa di un brutto voto a scuola, Immobile non ha però avuto la fortuna di rimanere a Torino e perché la Juventus non ha creduto nelle qualità dell'attaccante di Torre Annunziata, reduce dalla vittoria della Scarpa d'Oro, è ancora oggi una domanda alla quale nessuno ha ancora saputo rispondere con precisione. Come è capitato a molti suoi colleghi, anche lui ha evidentemente pagato la poca pazienza e fiducia del club piemontese nei suoi confronti e lo sbarco alla Juventus di Alessandro Matri.

L'arrivo nel 2011 dell'ex attaccante lodigiano, convinse infatti la società bianconera a mandare in prestito Immobile (al Siena di Antonio Conte) e a dare il via ad un lento ma inesorabile divorzio con l'attaccante napoletano, che non ha mai nascosto le simpatie per la vecchia signora: "La fede bianconera è una cosa di famiglia che mi è stata tramandata – dichiarò Immobile a Tuttojuve -. Il fatto che non tifi Napoli è molto meno singolare di quanto si creda, perché fuori da Napoli città trovi molti juventini, interisti e milanisti. Quando fui preso dalla Juve, a 16 anni, dal Sorrento, fu davvero la realizzazione di un sogno".

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L'esplosione a Pescara e l'indifferenza bianconera

Qualche anno più tardi, anche lo stesso bomber della Lazio provò a chiedersi il motivo del suo flop alla Juventus, anche se evidentemente non era semplicemente nel suo destino trovare spazio nell'undici titolare bianconero: nemmeno dopo il prestito e la straordinaria avventura con il Pescara di Zeman, arrivata prima della sua cessione definitiva al Genoa. "L’unica scelta che non ho capito è perché dopo quella stagione Verratti è andato al Psg, Insigne al Napoli e io a Genova".

A distanza di anni, continuano a non capirlo anche gli stessi dirigenti della Juventus: oggi impegnati a mangiarsi le mani, per aver lasciato partire uno dei cannonieri più prolifici degli ultimi campionati. "Anche in seguito, quando sono andato al Genoa in Serie A, a gennaio c’era l’opportunità perché Conte aveva bisogno di un attaccante, solo che il Genoa non ha accettato e quindi ho perso l’occasione – aggiunse Immobile nel 2017 al ‘Corriere dello Sport' – Poi ho giocato nel Torino, lì sono diventato il capocannoniere, e la cosa si è fatta più difficile: stare nella stessa città ma cambiare maglia sarebbe stato complicato quindi sia io che la Juventus abbiamo preso strade diverse". E le strade di Ciro, per sua fortuna, hanno portato a Roma, sponda Lazio.

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