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“Non manderemo i nostri giocatori in Coppa d’Africa”: le squadre si muovono, annuncio ufficiale

L’edizione della Coppa d’Africa che si svolgerà in Camerun dal prossimo 9 gennaio al 6 febbraio è a grosso rischio: spiegate le motivazioni del rifiuto di concedere i nazionali.
A cura di Alessio Pediglieri
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A quattro settimane dall'inizio dell'edizione della prossima Coppa d'Africa, il torneo potrebbe essere annullato. Fortissime le tensioni tra la CAF, la Confederazione Calcistica Africana e i vari club europei che si sono espressi in modo totalmente sfavorevole nel rilasciare i propri giocatori alle rispettive Nazionali. Dunque, il prossimo 9 gennaio 2022 (con conclusione prevista per il 6 febbraio) la manifestazione potrebbe anche non prendere il via e le motivazioni del gran rifiuto da parte delle singole società è stato rivelato nel contenuto di una email inviata dall'ECA alla Fifa nella giornata di venerdì 10 dicembre.

L'Associazione Europea dei Club ha ribadito la precisa volontà di evidenziare come non ci siano le condizioni opportune per proseguire verso la Coppa d'Africa, chiaramente rifiutando di concedere i propri giocatori per il torneo che si dovrebbe svolgere in Camerun a inizio del prossimo anno e che sta mettendo contro il muro la CAF, attraverso la richiesta di intervento diretto da parte della stessa Fifa. Chiamata in causa direttamente e che ora non può non esprimersi in merito. Ma cos'è accaduto per scatenare il polverone internazionale?

Nasser Al-Khelaifi (presidente del Paris Saint-Germain) è il nuovo presidente dell’ECA dallo scorso aprile
Nasser Al-Khelaifi (presidente del Paris Saint-Germain) è il nuovo presidente dell’ECA dallo scorso aprile

In primo luogo, l'ECA denuncia la mancanza di un vero e proprio protocollo sanitario a difesa e tutela dei giocatori convocati dalle rispettive Nazionali: "A nostra conoscenza, la Confederazione calcistica africana non ha ancora reso pubblico un protocollo medico e operativo adeguato per il torneo CAN" si legge nella mail inviata alla Fifa, "in assenza del quale i club non potranno liberare i propri giocatori". Una minaccia che diventerà concreta se non ci saranno immediati risvolti positivi e rassicurazioni concrete. Ma non è solamente questo a preoccupare i club.

Nella stessa mail, l'ECA ha evidenziato anche un altro problema legato all'evolversi della pandemia che comporterebbe il concreto pericolo di una assenza dei giocatori più lunga del periodo di disponibilità previsto. Il tutto a causa delle "quarantene e restrizioni di viaggio" collegate all'emergente variante Omicron del coronavirus che ha riportato i controlli a livelli di guardia. Ed è proprio a questo elemento che l'ECA rivendica l'autonomia di scelta: in base alle regole per lo svincolo dei giocatori nazionali, che la Fifa aveva già confermato nell'estate del 2020, i club possono infatti decidere di trattenere i propri giocatori nel caso in cui sia "obbligatoria una quarantena di almeno cinque giorni dall’arrivo" nel posto "dove si dovrebbe giocare la partita, o presso la sede del club al suo ritorno".

Di contro, è da registrare anche una nota della stessa CAF con cui si è sottolineato l'impegno da parte del Paese ospitante, il Camerun, auspicando che tutto possa essere perfetto in vista del giorno di inizio della Coppa d'Africa, il prossimo 9 gennaio prendendo atto "dei progressi compiuti, ma ha anche esortato tutti a lavorare 24 ore su 24 per garantire che tutto sia in atto per la partita di apertura del 9 gennaio 2022″. Adesso saranno decisivi i prossimi giorni per un braccio di ferro che non accenna ad attenuarsi.

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