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Mourinho crolla ed esce in lacrime dall’Olimpico: “È stata la vittoria della famiglia”

Il tecnico dei giallorossi esce dal campo in lacrime, sfogando così tutta la tensione della partita. Poi in conferenza ringrazia tutti: “Una vittoria di tutti, giocatori e pubblico. Adesso andiamo a vincere la finale”
A cura di Alessio Pediglieri
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La Roma è in finale di Conference League, concludendo una galoppata lunghissima e ricca di imprevisti che i giallorossi sono riusciti a superare di volta in volta. Mertito di Tammy Abraham che ha incornato il Leicester in semifinale e ha regalato la gara di Tirana dove si sfiderà il Feyenoord. Merito anche di Mourinho che ha saputo costruire una squadra che non ha mai mollato, un gruppo in grado di reagire e di compattarsi nei momenti più importanti. Non a caso, subito il fischio finale nessuno ha lasciato il campo: i giocatori si sono abbracciati, in lacrime, lo stesso Special One si è commosso, in lacrime prima di regalare l'ultimo gesto rivolto al pubblico con cui ha sfogato la propria tensione per poi ‘scappare' negli spogliatoi.

Nel dopo partita, Mourinho è visibilmente provato, per aver vissuto 90 minuti ad altissimo voltaggio, ancora in preda alle emozioni. Alla fine però, l'obiettivo è stato raggiunto e la Roma si vanta di portare il calcio italiano di nuovo in finale proprio con lo Special One che fu l'ultimo a vincere un trofeo seduto su una nostra panchina (l'Inter, nel 2010 in Champions League): "E' una vittoria di famiglia, una famiglia che era in campo e in panchina ma anche della famiglia dello stadio. Questa empatia e questo senso di unità è la nostra vittoria più grande. Abbiamo fatto una gara straordinaria come i ragazzi che meritano tutto questo, però lunedì si dovrà pensare alla Serie A".

L'entusiasmo e la soddisfazione è totale per Mourinho che esalta i suoi giocatori sia nel complesso sia nei singoli, in primis Abraham, il match winner: "Abbiamo fatto un viaggio fantastico per arrivare alla finale, 14 partite sono tantissime però adesso vogliamo vincere il trofeo. Noi abbiamo rischiato per pressare però non siamo in grado ancora farlo a 90 minuti, perché è francamente impossibile. Poi ci siamo adattati, tutte le linee si sono mosse benissimo, grandi sforzi da parte di tutti, c'è stato tanto lavoro: è una famiglia non posso che definirli che così".

Alla fine, Mourinho dedica un saluto speciale ad un altro collega, Carletto Ancelotti che ha raggiunto la finale di Champions League con il Real: "Voglio fargli i miei complimenti. Carletto, adesso andiamo a vincere le finali". Ultime parole che si spengono, con Mou che si allontana dai microfoni estremamente provato. Dopotutto anche lui si è lasciato andare alle emozioni forti, in lacrime nell'immediato post gara poco prima di entrare negli spogliatoi.

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