Martinez compra un cane dei reparti militari speciali, gli affida quanto di più prezioso ha in casa

Come proteggere dai ladri e da qualsiasi malintenzionato la medaglia d'oro conquistata ai Mondiali? Emiliano ‘Dibu' Martinez ha avuto un'idea: far sì che a vegliare sul premio sia un guardia particolare, che abbia fiuto nel riconoscere le persone sospette e quanti si avvicinano per loschi motivi.
Il portiere dell'Argentina campione del mondo è tornato con l'Aston Villa di recente dopo la lunga vacanza post Qatar e ha scelto come collaboratore fidato per la sicurezza un cane. Ha pagato 20 mila sterline (circa 22 mila in euro) per avere un pastore belga Malinois, esemplare che per caratteristiche è l'ideale per il controllo della cose da tenere sotto custodia.
Un sorta di estremo difensore che, se sapientemente educato, può essere molto utile in azioni da salvataggio anche nelle situazioni più dure e difficili. I reparti speciali della SAS (Regno Unito) e dei Navy Seals (Usa) li utilizzano nelle missioni in zone di combattimento. Non c'era scelta migliore secondo il numero uno sudamericano che da quando è rientrato alla base in Inghilterra deve far i conti anche con l'enorme popolarità acquisita a causa delle celebrazioni sopra le righe che ne hanno accompagnato il trionfo in Coppa del Mondo.

Atteggiamenti che hanno spinto perfino il suo allenatore, Emery, a fare quattro chiacchiere con l'uomo e lo sportivo per spiegargli come certi eccessi siano inaccettabili. Passi per i trucchetti e gli stratagemmi nervosi adottati per distrarre i francesi al momento dei calci di rigore, sono stati altri i gesti che al tecnico spagnolo non sono piaciuti: a cominciare da quell'esultanza prosaica una volta ricevuto il Guanto d'Oro di migliore portiere dei Mondiali fino al bambolotto con la faccia di Mbappé portato a mo' di trofeo e di scherno a bordo del bus per la festa a Buenos Aires.
Come poteva passare inosservato quel coro all'interno dello spogliatoio subito dopo la vittoria? Non poteva… infatti, il mondo intero lo vide guidare il trenino di calciatori che a un certo punto si stoppava mentre Martinez chiamava il silenzio perché "Mbappé è morto".

Perché tanta acrimonia e senso di rivalsa nei confronti dell'attaccante transalpino? Il portiere parlò di arroganza in riferimento a qualcosa che era accaduto molto tempo prima della finale nel Paese arabo: in particolare, a un'intervista nella quale il talento del Paris Saint-Germain (che ha preferito non replicare alle provocazioni) definiva il calcio sudamericano meno sviluppato rispetto a quello europeo.