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Maignan dopo i cori razzisti di Udinese-Milan ne ha per tutti: “Complici se non farete niente”

Mike Maignan su Instagram dopo i cori razzisti in Udinese-Milan ha puntato il dito contro chi ha definito “complice”. Un messaggio fortissimo quello del portiere rossonero.
A cura di Marco Beltrami
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Mike Maignan è tornato a parlare del becero episodio di razzismo avvenuto in Udinese-Milan e lo ha fatto alla sua maniera. Deciso, perentorio, e pronto a portare avanti una battaglia che ha definito "lunga", per cui ci vorrà "tempo e coraggio", ma che si chiuderà certamente con una vittoria. Il portiere del Milan sul suo profilo Instagram ha postato un messaggio che è anche un appello alle istituzioni e anche alla società Udinese, affinché tutti si assumano le proprie responsabilità.

Il post dell'estremo difensore francese, che si è sentito ripetutamente chiamare "scimmia" nel corso della gara e ha deciso di abbandonare il campo costringendo l'arbitro Maresca a sospendere Udinese-Milan, inizia così: "Non è il giocatore che è stato attaccato. Questo è l'uomo. Lui è il padre della famiglia. Non è la prima volta che mi succede. E non sono il primo a cui succede questo".

Con grande amarezza Maignan ha sottolineato come quanto fatto finora non abbia prodotto grandi risultati: "Abbiamo fatto annunci, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla". Per questo è necessaria un'inversione di tendenza, per tutto il sistema: "Oggi, è un intero sistema che deve assumersi la responsabilità: gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo, nell'anonimato di una tribuna, gli spettatori che erano sugli spalti, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma hanno scelto di tacere, siete complici".

Ne ha anche per il club friulano Maignan e per le istituzioni sportive e non: "L'Udinese, che parlava solo di interruzione della partita, come se niente fosse, complici. Le autorità e la procura, con tutto quello che sta succedendo, se non farete nulla, SARETE COMPLICI ANCHE VOI".

Non si sente una vittima Maignan che nelle ultime ore ha ricevuto tutto il sostegno del mondo del calcio e non solo. Questa è una rivoluzione culturale che si deve affrontare insieme: "Ve l'ho detto prima e ancora: non sono una VITTIMA. E voglio dire grazie alla mia società AC Milan, ai miei compagni, all'arbitro, ai giocatori dell'Udinese e a tutti quelli che mi hanno inviato messaggi, chiamato, supportato in privato e pubblico. Non riesco a rispondere a tutti ma vi vedo e siamo INSIEME. È una lotta dura, ci vorrà tempo e coraggio. Ma è una lotta che vinceremo".

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