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“Maciste” Bolchi è morto, addio al capitano dell’Inter di Herrera

Bruno Bolchi è deceduto all’età di 82 anni. Era conosciuto con il soprannome mitologico per la sua stazza, da calciatore indossò la maglia dell’Inter per 21 anni. Il suo viso comparve tra le prime figurine della raccolta.
A cura di Maurizio De Santis
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Bruno Bolchi sulla panchina del Lecce che ha guidato alla promozione.
Bruno Bolchi sulla panchina del Lecce che ha guidato alla promozione.

La morte di Bruno Bolchi porta via con sé un pezzo di storia del calcio italiano. "Maciste" è deceduto all'età di 82 anni, chi ha i capelli bianchi lo ricorda anzitutto da giocatore dell'Inter di cui fu capitano e con la quale vinse lo scudetto nel 1963. Chi, appassionato dell'album che raccoglieva i protagonisti del rettangolo verde, lo ricorda come una delle prime figurine inserite all'insegna del "ce l'ho, mi manca". Ricoverato per l'aggravarsi delle sue condizioni, nelle ultime ore è arrivata la comunicazione dolorosa da parte della famiglia.

Erano i tempi di Helenio Herrera, di una Serie A virata seppia. A dargli il soprannome mitologico era stato Gianni Brera e quell'alias lo ha accompagnato anche in seguito quando, appese le scarpette al chiodo, ha continuato a seguire passione di una vita attraverso una prospettiva differente.

Perché ‘Maciste'? Per l'imponenza della sua figura. Lo chiamavano così per la stazza e per la presenza ‘scenica' da calciatore, allenatore e poi ancora come uomo vecchio stampo, di quelli che appartengono a un mondo dello sport che non esiste più.

Verona, Atalanta, Torino e Pro Patria le altre formazioni di cui ha indossato la maglia. Quattro le presenze con la nazionale maggiore, una sfumatura d'azzurro nella carriera da giocatore conclusa nel 1972. Non resterà fermo a lungo. Il tempo di un respiro e sarà di nuovo in prima ma questa volta da allenatore, un ruolo che lo ha visto alla guida Atalanta, Bari, Cesena, Lecce, Genoa e Reggina.

Messina, Catanzaro, Avellino, Brescia, Pisa, Novara, Pistoiese, Sorrento le altre tappe dell'esperienza di tecnico che terminò tra le fila dei peloritani giallorossi nel 2007. Bolchi era l'uomo al quale affidarsi per costruire una squadra di lotta e di governo, per puntare alla promozione e risalire da quei campionati che erano "un inferno" rispetto al massimo torneo italiano: vanta quattro promozioni in Serie A ottenute in piazze come Bari, Cesena, Lecce e Reggina e due in Serie B (sempre al timone dei ‘galletti' pugliesi e poi della Pistoiese).

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