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L’ultimo capolavoro di Guardiola: la piramide del Manchester City e il controllo totale del gioco

Pep Guardiola nel suo Manchester City è riuscito a fondere i suoi principi di gioco con quelli pioneristici di Jack Hunter: così Citizens hanno ridisegnato la “piramide di Cambridge”.
A cura di Vito Lamorte
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Pep Guardiola non smette mai di stupire. Il manager catalano sviluppa le sue idee, il suo sistema di gioco, il posizionamento dei suoi giocatori in campo e lo fa con un lavoro certosino che, però, porta a dimostrazioni di forza clamorose del Manchester City come quella che abbiamo ammirato nel Boxing Day contro il Leicester. I suoi calciatori lo seguono in tutto e per tutto, riescono a portare sul campo il suo pensiero e quello che ne esce è un vero e proprio spettacolo, con e senza palla. I Citizens hanno iniziato il match in maniera strepitosa, visto che nei 45 minuti hanno segnato quattro volte e hanno comandato il gioco sotto tutti i punti di vista. All'inizio della ripresa è arrivata la reazione delle Foxes, che hanno ottenuto il 4-3 prima dell'arrembaggio finale dei campioni d'Inghilterra.

L'incontro dell'Etihad Stadium, però, ha lasciato un quadro chiaro del lavoro che Guardiola svolge durante l'allenamento. I giocatori, come si può vedere nell'immagine pubblicata, hanno eseguito perfettamente una delle idee su cui poggia il calcio di Pep, un principio che potete ritrovare ben descritto nel libro di Martí Perarnau ‘Herr Pep', pubblicato nel 2014 durante la sua esperienza al Bayern Monaco.

Il centrale aperto, i laterali in mezzo al campo e gli esterni larghi per passare direttamente da loro. Se il passaggio è andato bene si può saltare tutto il centro del campo avversario; se si perde palla il terzino può coprire lo spazio immediatamente. Si tratta di modificare i piani di pressione dell'avversario con determinati comportamenti già in precedenza. Il terzino entra dentro al campo e può trascinare con sé l'ala avversaria: se non lo segue c'è un uomo libero in mezzo mentre se a coprirlo sarà il centrocampista, ad essere libero è l'interno.

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I giocatori del Manchester City da tempo ormai hanno ridisegnato la "piramide di Cambridge", che è da tutti riconosciuta come il primo modulo di gioco nella storia del calcio. Il 2-3-5 con cui i Citizens inchiodano gli avversari negli ultimi 30 metri non è una soluzione di ieri, anzi, e ormai fa parte dell’immaginario collettivo ad ogni match: Cancelo e Zinchenko entrano entrambi all'interno del campo mentre le ali Sterling e Mahrez sono incollate alla linea laterale per allargare gli avversari con Gundogan e De Bruyne sulla prima linea, ai fianchi di Silva, pronti a sfruttare ogni situazione e ogni spazio disponibile.

Pep è riuscito a fondere i suoi principi tattici di pressing e gioco di posizione con quelli pioneristici di Jack Hunter e del suo Blackburn Olympic. C'è studio, c'è applicazione e c'è conoscenza della storia del gioco e delle qualità dei singoli a disposizione. Dopo quasi 150 anni dalla sua comparsa, la piramide torna ad essere protagonista nel calcio e lo fa con una versione più evoluta.

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