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Lo Scudetto di Tonali è il sogno di un bambino, ma la sua favola al Milan è appena cominciata

Dopo aver conquistato lo scudetto, Sandro Tonali sta vivendo un vero e proprio sogno. Da tifoso milanista è riuscito a diventare un perno della sua squadra del cuore e ad essere decisivo nella lotta per il titolo.
A cura di Jvan Sica
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Se in serie A ci fossero i premi individuali come in NBA, Sandro Tonali potrebbe puntarne diversi. Sarebbe abbastanza ovvio dargli il premio di calciatore più migliorato della stagione, con un balzo in avanti in ogni skill del gioco davvero straordinario, potrebbe giocarsela con pochi altri per il premio di MVP della stagione e oltre a rientrare nell’undici migliore del campionato, anche in un ipotetico “quintetto” difensivo potrebbe avere il posto come mediano davanti alla difesa. Oggi questo è Sandro Tonali, un calciatore che un anno fa veniva nettamente dietro a Bennacer e Kessié nelle rotazioni del centrocampo del Milan. Questo scudetto milanista per Tonali è stato davvero una favola, anche se il suo campionato è stato di livello così alto e costante che a mancare, rispetto a una favola classica, sono mancati i momenti di difficoltà.

Arrivato lo scorso anno dopo un intrigo di mercato per cui sarebbe dovuto andare all'Inter, è costato 10 milioni di euro, a cui aggiungere i 6 milioni e 900 mila euro del riscatto di questa estate. Il peso del prezzo è stato un bias condizionante un po' per tutti: per chi doveva tifarlo, per chi doveva giudicarlo in campo e anche per Tonali stesso, quasi bloccato emotivamente da questo inizio di favola rossonera. In realtà una stagione iniziata molto male per una questione emotiva, è continuata peggio per una serie di infortuni piccoli ma fastidiosissimi tra dicembre e marzo 2021.

Tonali protagonista del successo pesante in chiave scudetto: l'ex centrocampista del Brescia autore di una doppietta.
Tonali protagonista del successo pesante in chiave scudetto: l'ex centrocampista del Brescia autore di una doppietta.

Sarebbe stato sbagliato giudicare Tonali dopo la stagione tribolata dello scorso anno (quello ad esempio che non dobbiamo fare oggi con Zaniolo), doveva essere questa la stagione che ci avrebbe detto chi era. Pioli se n’è accorto subito. Dopo la partita di Verona lo ha detto: “Dopo l'estate ho trovato un giocatore diverso” e da questa metamorfosi è partito per creare il giocatore che abbiamo visto.

Prima di tutto gli ha creato un ruolo, anzi un multiruolo tutto suo, che pochi in Italia possono fare. In diverse fasi dell’anno ha saputo trasformarsi prima in un play basso, molto importante anche come schermo difensivo, quando Kessié ha iniziato a giocare con maggiore continuità lo ha spostato da mezzala pura, con compiti di costruzione a tutto campo e di innesco delle ali del Milan, infine nelle ultime partite gioca quasi da sottopunta e anche in questa dimensione è diventato decisivo, tanto da segnare a Roma con la Lazio e a Verona tre gol fondamentali per la vittoria del titolo.

In ogni ruolo, per ogni compito assegnato e contro qualsiasi avversario Tonali ha dimostrato prima di tutto personalità, grande concentrazione, una tecnica di base eccelsa e anche una sempre più crescente mobilità. Se volessimo dire con una sola frase che giocatore è diventato, si potrebbe dire che può essere uno dei pochi (anzi pochissimi) calciatori della serie A che giocherebbe in un Liverpool-Manchester City di Premier League senza sfigurare. E nel calcio contemporaneo è uno dei complimenti più grandi che si possa fare a un calciatore.

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Cosa c’è nel suo futuro? Prima di tutto una lunga storia d’amore con il Milan, per cui può diventare davvero una bandiera. Se il Milan, grazie a una nuova eventuale proprietà ritornasse ai livelli berlusconiani, allora Tonali sarebbe un po’ il nuovo Baresi, il calciatore che ha scelto di restare rossonero nelle difficoltà di inizio carriera, per diventare poi mito. Accanto al Milan c’è anche la Nazionale dove non può più nascondersi. Convocato giovanissimo da Mancini, ha giocato alcune partite a inizio carriera azzurra davvero notevoli, per poi perdere il filo anche per colpa dei guai fisici. Ora può e deve diventare un perno azzurro e costruire con Barella e altri giovani centrocampisti italiani di qualità (Pobega, Ricci, Locatelli e guardando più in là Miretti) la struttura della nuova Italia.

Cercando padrini per poterlo paragonare a qualcuno del passato si sono fatti i nomi di Pirlo, Gattuso, Albertini, Conte. Questo dimostra che sa fare tante cose diverse perché ha aspetti che possono richiamare tanti campioni, così come sembra ovvio che, al di là dei paragoni per renderci la vita meno complessa, Tonali può essere semplicemente Tonali, un grande calciatore.

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