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La condanna tardiva della Lazio mentre il mondo s’indigna per i cori razzisti a Banda e Umtiti

Quegli ululati balordi e volgari sono stati per (quasi) tutti un amaro ritorno alla realtà e divenuti un caso internazionale. Alla censura del presidente Fifa, Infantino, si è aggiunto lo sdegno alimentato dall’accout della nazionale transalpina.
A cura di Maurizio De Santis
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Il centrale dei salentini reagisce con carattere alle offese e agli insulti subiti.
Il centrale dei salentini reagisce con carattere alle offese e agli insulti subiti.

I "buuuu" razzisti e i cori offensivi dei tifosi della Lazio contro i calciatori del Lecce, Lameck Banda e Samuel Umtiti, hanno provocato grande indignazione e sporcato la sedicesima giornata di campionato, la prima dopo la lunga sosta per i Mondiali. Quegli ululati balordi e volgari sono stati per (quasi) tutti un amaro ritorno alla realtà: il ricordo di qualcosa di cui si farebbe volentieri a meno, un problema che c'è e persiste perché non adeguatamente affrontato e contrastato, la consapevolezza che nel calcio tricolore può accadere di tutto sempre senza che – eccetto parole e azioni di facciata – vi siano interventi radicali.

Le parole del presidente della Fifa, Gianni Infantino, hanno rigirato il coltello nella piaga, acceso i riflettori sull'Italia ancora una volta in negativo. Com'è possibile che accadano ancora cosa del genere? "Solidarietà a Samuel Umtiti e Lameck Banda – dice il massimo dirigente internazionale -. Gridiamo forte e chiaro: no al razzismo, possa la stragrande maggioranza dei tifosi alzarsi per mettere a tacere tutti i razzisti una volta per tutte".

Al messaggio del numero uno della Federazione è arrivata a corredo la reazione dello stesso difensore transalpino che in una story ha voluto lasciare le brutture alle spalle e andare oltre: "Il calcio è piacere e gioia, il resto non conta nulla", parole in linea con l'atteggiamento avuto in campo in quei momenti molto difficili a livello emotivo.

La storia condivisa sui social dal difensore del Lecce a corredo del messaggio del presidente, Infantino.
La storia condivisa sui social dal difensore del Lecce a corredo del messaggio del presidente, Infantino.

"Quando il direttore di gara ha fermato il match – ha spiegato il presidente del Lecce, Sticchi Damiani – Umtiti gli ha chiesto di riprendere, perché voleva rispondere in campo. Ha reagito come un vero campione". Ma non era solo: al Via del Mare la maggioranza dei sostenitori pugliesi è intervenuta a difendere i due giocatori con applausi, fischi e cori che hanno messo tacere i razzisti sovrastandone quelle voci stonate.

La decisione dell'arbitro Marinelli, come da protocollo, era avvenuta solo nel secondo tempo: era stato costretto a sospendere per qualche istante la partita a causa di quelle espressioni "provenienti dal settore occupato dai tifosi laziali", mentre dall'altoparlante venivano diffusi messaggi d'invito alla calma.

Ma in realtà avrebbe potuto intervenire anche prima considerato che le intemperanze dei sostenitori della Lazio in trasferta si erano udite (e come…) a causa dei cori di scherno nei confronti di Banda. "Già in quel momento, Marinelli sarebbe potuto intervenire come ha fatto successivamente – ha aggiunto Sticchi Damiani -. È stato bello vedere i nostri tifosi cantare il nome di Umtiti e sovrastare quei brutti ululati. È stata una risposta civile e intelligente".

Gli episodi di Lecce-Lazio sono divenuti un caso internazionale. Alla censura del presidente Fifa, Infantino, si è aggiunto lo sdegno alimentato dal quotidiano francese L'Equipe e che sui social ha assunto proporzioni imbarazzanti per l'Italia e la Serie A. Un tweet de l'Equipe de France (l'account della nazionale che di recente ha partecipato all'edizione della Coppa del Mondo in Qatar) ne è la diretta conferma. "Il nostro sostegno va a Samuel Umtiti e al suo compagno di squadra Lameck Banda, vittime degli insopportabili cori razzisti nell'ultima partita del Lecce contro la Lazio".

La nota della Lazio: "Condanniamo gli autori di questo gesto deprecabile"

Il club capitolino ha preso posizione nel corso della mattinata, pubblicando un comunicato nel quale esprime dissenso e condanna nei confronti di coloro che si sono macchiati di quegli atteggiamenti.

Durante la partita Lecce-Lazio, l’arbitro è stato costretto ad interrompere la partita a causa di ululati razzisti nei confronti di un giocatore della squadra di casa. La S.S. Lazio ha sempre contrastato con tutti i mezzi a disposizione ogni forma di razzismo e discriminazione, mettendo in campo iniziative volte a reprimere tali fenomeni, sensibilizzando i propri tifosi su questo tema e agendo nelle sedi preposte a tutela della propria immagine.

La S.S. Lazio anche oggi condanna chi si è reso protagonista di questo gesto deprecabile, vergognoso e anacronistico e offrirà come sempre la massima collaborazione alle autorità per individuare i responsabili. I tifosi della Lazio non sono razzisti e non possono essere associati a pochi individui che ledono gravemente l’immagine del club.

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