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L’agente di Kessié: “Razzismo in Italia? Il comunicato del Verona è vergognoso”

A quasi 48 ore dagli episodi di Verona, l’agente del centrocampista ivoriano ha commentato in maniera molto dura ciò che è successo al suo assistito: “Questa deriva va assolutamente fermata. Il comunicato del Verona? L’ho trovato inaccettabile, vergognoso. Non vedo alcuna vera volontà, in Italia, di affrontare e risolvere il problema, come invece accade in altri Paesi europei”.
A cura di Alberto Pucci
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Il triste episodio di Verona continua a far discutere. Dopo i cori razzisti a Donnarumma e a Kessie, il mondo del calcio ha urlato tutta la sua indignazione verso quei pochi tifosi dell'Hellas Verona che hanno rovinato la serata con i loro insulti stupidi. In attesa che le istituzioni (non solo calcistiche) prendano decisioni serie nei confronti di chi si comporta in questo modo, il procuratore del centrocampista del Milan ha commentato il caso del Bentegodi in un'intervista rilasciata al sito de La Repubblica.

"Come ha reagito Kessie? Ormai i calciatori africani hanno le spalle larghe e non ci fanno caso più di tanto – ha spiegato George Atangana – Ciò non significa che questi episodi non li feriscano. E che la deriva vada assolutamente fermata. Anche le parole sono importanti. Il comunicato del Verona? L’ho trovato inaccettabile, vergognoso. Smentisce i fatti e conferma la tendenza a considerare normale ciò che non lo è affatto. Non vedo alcuna vera volontà, in Italia, di affrontare e risolvere il problema, come invece accade in altri Paesi europei".

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Fermare i colpevoli o sospendere le partite

Di fronte alla domanda sulla possibilità che i giocatori lascino il campo al primo insulto razzista, l'agente di Kessie ha dichiarato di pensarla diversamente: "Non credo che sia giusto investirli della soluzione di un problema per il quale ci sono organismi di controllo ad hoc. Non mi pare che sia così difficile individuare i razzisti e punirli. In altri Paesi, lo ripeto, succede. Bisogna innanzitutto che gli organismi preposti non chiudano gli occhi e non si tappino le orecchie. Poi, se gli insulti vanno avanti, si sospendano le partite. Ma ho la sensazione che non ci sia la volontà di intervenire sul serio. Così ci sono giovani calciatori, vittime di razzismo, che preferiscono lasciare l'Italia. Sono le persone meno famose, come sempre, a subire le conseguenze più gravi di questo fenomeno".

"Le cose sono platealmente peggiorate – ha concluso Atangana – Ormai non esistono luoghi immuni dal razzismo e la mancata reazione a questi fatti fa sì che esca fuori il diavolo che è in ognuno di noi. Oltretutto è anche un danno per il movimento calcistico italiano, proprio nel periodo in cui qualche campione straniero è di nuovo attirato dal vostro paese. Non credo che Cristiano Ronaldo sia contento, se vede Matuidi insultato. Io conosco personalmente ragazzi francesi che non vogliono venire in Italia per via del razzismo".

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