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La visione del calcio di Carletto Mazzone spiega perché è amato da tutti

Carlo Mazzone nella sua carriera non è mai sceso a compromessi con nessuno, facendosi apprezzare soprattutto per la sua schiettezza. La sua visione del calcio a schiena dritta e testa alta, è venuta fuori anche in occasione del celebre scontro con Gianluca Vialli in occasione di un Sampdoria-Cagliari del passato.
A cura di Marco Beltrami
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Definire Carlo Mazzone un allenatore è riduttivo. L'ex tecnico classe 1937, è stato un vero e proprio maestro per tanti calciatori. Basti pensare al suo rapporto speciale con Totti, Guardiola e Baggio. Personaggio verace e sanguigno, Mazzone si è sempre dimostrato schietto e perentorio sia in campo che fuori, e non sono mancati nemmeno i "corto circuiti" con alcune stelle del pallone. Tra questi, celebre quello con Gianluca Vialli in occasione di un Sampdoria-Cagliari della stagione 1992-1993. In quell'occasione volarono parole forti, in campo e fuori. Nel commentare la stessa, Mazzone spiegò la sua idea di calcio, senza compromessi.

Carlo Mazzone e Gianluca Vialli, come sono iniziate le storie tese

Tra Carlo Mazzone all'epoca allenatore dei sardi e Gianluca Vialli bomber della Samp, non correva buon sangue. Già in occasione di un Lecce-Samp del 1988-1989 i due entrarono in rotta di collisione, con l'allora mister dei salentini, che poi chiosò: "Qualche battuta di troppo.Vialli ha avuto un brutto scatto d'ira. Ma già il fatto che al termine volesse chiarire, significa che è un bravo ragazzo. Sono stato io che gli ho detto di lasciarmi perdere perché ero troppo nervoso in quel momento".

Cosa successe tra Mazzone e Vialli in Sampdoria-Cagliari del 1992/1993

I due si ritrovarono faccia a faccia in un Samp-Cagliari di tre stagioni dopo, e la tensione sfociò in uno scontro molto duro. Vialli si rese protagonista di una brutta entrata su un avversario che rimase a terrà dolorante. Un fallo che scatenò le ire della panchina dei sardi e di Mazzone che scattò in piedi chiedendo il rosso che arrivò poco dopo. Il centravanti già consapevole di essere stato espulso si avvicinò a Mazzone e tra i due volarono parole forti, prima dell'arrivo di compagni e avversari a far da pacieri. Poco dopo i due proseguirono nel loro duello verbale, uscendo dal campo vicini.

Mazzone e le parole su Vialli

Nel post-partita l'allenatore raccontò quanto accaduto: "Quando lui ha fatto questo brutto fallo io mi sono alzato perché ero abbastanza dispiaciuto. Ho visto un bruttissimo fallo e non era il primo. E tutto questo… poi Nicchi (l’arbitro, ndr) lo ha espulso. Come lui ha visto l’espulsione si è risentito ed è venuto in panchina a dirmi cose poco piacevoli, che un ragazzo della sua età… proprio no. Per due motivi: uno perché sono più grande di lui, ma anche perché gli potevo correre dietro in campo".

La chiosa poi fu pesantissima, da parte dell'esperto mister che ribadì la sua idea di calcio. Nessun compromesso, nessun abbassare la testa per il tecnico, ma la soddisfazione di essere sempre se stesso: "Io sono un professionista e ho sempre viaggiato, con squadre di piccolo cabotaggio. Ho sempre mostrato i denti ai grandi del calcio italiano e non mi sono mai prostituito e non ho mi telefonato il lunedì a nessuno, grandi presidenti o direttori di giornali. Perciò Vialli deve solo rispettare un personaggio come me e sappia questo: prima o poi il pallone gli si sgonfia e raccoglierà quello che ha seminato. Tra 10 anni avrà solo un grande conto in banca come un altro grande campione che è in un momento molto difficile sta facendo".

Sulla vicenda poi dissero la loro anche alcuni compagni di Vialli, in primis Roberto Mancini suo ex gemello del gol e attuale ct della Nazionale: "Mazzone è un personaggio folcloristico. Vialli può aver sbagliato, ma tutto doveva restare confinato alla partita". Più diretto Vierchowood che prese le difese del suo terminale offensivo: "Mazzone ha offeso Katanec al primo fallo – riportava Repubblica – Doveva stare zitto, invece ha provocato Vialli, il mio compagno ha così replicato. Mazzone forse ha perso la testa, per colpa della tramontana. Se ha sempre allenato squadre non di primo piano, una spiegazione deve pur esserci".

Mazzone e il rapporto d'oro con i grandissimi del calcio

Un episodio curioso quello che dunque vide coinvolto un tecnico che nella sua lunga carriera si è contraddistinto anche e soprattutto per rapporti bellissimi, soprattutto con i giocatori più importanti guidati. Calciatori che hanno apprezzato e imparato dallo stile e genuinità di "Carletto". Basti pensare a Totti, lanciato nel calcio che conta, e sempre grato a quello che ha definito come una "grande persona" capace di farlo crescere in campo e fuori. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Roberto Baggio, portato a Brescia e tornato a giocare su livelli altissimi proprio alla corte di Mazzone capace di credere ancora ciecamente nel suo talento. E infine anche Pep Guardiola che in terra lombarda è stato aiutato e non poco da Mazzone, considerato fondamentale poi anche per la sua avventura in panchina.

E pensare che il primo impatto tra il mister e l'ex centrocampista catalano era stato particolare, con la famosa corsa sotto la curva in Brescia-Atalanta. Un episodio che Pep raccontò poi così: "Mazzone? È stato il più forte di tutti. Quando in Brescia-Atalanta è andato sotto la curva, ho pensato “Cazzo faccio qua”. Le persone per bene si meritano tutto, mi ha aiutato molto in un periodo duro qui della mia carriera a Brescia. Nei primi mesi… è stata una persona per bene e gli mando un abbraccio fortissimo.

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