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La teoria di Fabio Capello: “In Italia siamo abituati male con gli arbitraggi”

Nella sconfitta della Lazio contro il Bayern Monaco negli ottavi di finale di Champions Laegue ha avuto un peso specifico importante anche la sfida sul piano fisico, stravinta dai tedeschi. In questo senso Fabio Capello ha provato a dare una spiegaizone sulle difficoltà delle squadre italiane in Europa.
A cura di Redazione Sport
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La superiorità del Bayern Monaco sulla Lazio, nella gara d'andata degli ottavi di finale di Champions League, è stata schiacciante. Su ogni aspetto: tecnico, tattico, mentale. E anche fisico. I bavaresi hanno comandato la partita dal primo all'ultimo minuto di gioco mettendoci un'intensità superiore rispetto alla Lazio – e alla media delle squadre italiane – ed imponendo la propria fisicità in ogni contrasto. In questo senso Fabio Capello ha individuato uno dei grandi problemi con i quali le formazioni italiane sono costrette a fare i conti nelle competizioni europee: gli arbitraggi in Serie A.

O meglio, il metro di giudizio adottato dagli arbitri italiani nelle partite di campionato. Il discorso nasce dall'analisi dell'unico grande episodio da moviola della partita: il contatto tra Boateng e Milinkovic-Savic in area del Bayern. "Per me quello su Milinkovic-Savic è rigore, ma in Italia non siamo abituati bene", ha spiegato Capello. Il problema è nel modo in cui i calciatori delle squadre italiane vivono tutte le situazioni al limite che compongono una partita, dai contrasti in mezzo al campo alle entrate più decise. Il terreno su cui le formazioni di altri campionati marcano la differenza.

"Ci sono arbitraggi in cui per ogni contatto c’è punizione, rigore, ammonizione. Stasera ci sono state proteste dei giocatori della Lazio su tanti tackle avvenuti che l’arbitro ha ritenuto regolari, da calcio".

A supporto della sua teoria, Capello porta un esempio statistico risalente all'ultima giornata di campionato. Per raccontare quanto il metro di arbitraggio in Serie A influisca anche sulla velocità del gioco. E di conseguenza sulla testa dei giocatori.

"Ricordo l’arbitraggio in Cagliari-Torino: 39 falli. Questa sera nel primo tempo ne sono stati fischiati solo 11. In Europa è diverso".

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